Il Governo vara l’ennesimo lockdown, totale poi parziale poi ancora totale, e si compiace di scelte che per la verità poco chiare.
La conferenza stampa con il consueto ritardo e quella sensazione, prima ancora di ascoltare poi quelli che sono i contenuti e le decisioni, già ampiamente sbandierate, che in ogni caso, come sempre, giustizia non è stata fatta. Che c’è sempre una parte del paese che non paga per tutti ed un altra invece che paga paga e paga. Pagherà sempre c’è poco da fare. Hai la sensazione che ancora una volta, una parte rispetto all’altra gongoli, cosi, sensazione.
Abbiamo iniziato a marzo, con un epidemia concentrata, diciamoci la verità per lo più al nord Italia con la Lombardia maglia nera europea, un contagio spropositato tra le varie regioni del paese. Decisione del Governo, chiudere tutto, non considerare territori, dati, proiezioni e quant’altro, chiudere tutto. Se il nord soffre, soffre tutto il paese, perfetto chiudiamo tutto. Arriva maggio, si riapre, con moderazione e tutti verso l’estate.
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Lockdown natalizio: si chiude tutto in base all’emergenza…geografica
L’estate, sappiamo tutti come è andata. Si torna dalle vacanze, settembre va bene, ottobre iniziano a comparire nuovi casi, stavolta sembra governare il sud in quanto ad emergenza, il nord apparentemente sta bene. Decisione del Governo, chiudere tutto come l’altra volta? Ma no, chiudiamo regione per regione in base alla gravità dell’emergenza, ed ecco le zone colorate. Ma come? Se il sud soffre non soffre tutto il paese?
Passa ottobre, i casi cominciano a verificarsi numerosi di nuovo al nord, mentre il sud piano piano, numeri alla mano, quasi ne esce. Il Veneto a dicembre brucia, proprio la regione più virtuosa secondo molti, da marzo in poi. Quindi che si fa per Natale? Si chiude a regioni no? il piano è già bello che pronto ed attivo, ancora in corso, ci sono i 21 fattori. No, dice il Governo, di chiude tutto, se il nord non può fare Natale, nessuno può farlo, sembra quasi, sottovoce sussurrare. A voi le conclusioni.