La decisione è stata approvata tramite una risoluzione obbligata dell’Egitto verso il caso Regeni e la scarcerazione di Zaki.
Il Parlamento Europeo si è espresso in favore della risoluzione prossima delle introverse vicissitudini tra Egitto ed Italia sul giallo del caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ingaggiato dall’Università di Cambridge scomparso nel 2016 e ritrovato morto il 3 Febbraio in un fosso dell’autostrada che porta ad Alessandria.
Il PE ha richiesto rispetto al caso Regeni ed anche al molto simile nelle dinamiche, caso Zaki, al governo egiziano di aiutare l’Italia nella risoluzione del caso, di essere trasparente e di trovare ed assicurare i responsabili alla giustizia.
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Nel testo – 434 sì, 49 contrari e 202 astenuti – si chiede all’Ue di esortare le autorità egiziane a collaborare e fornire gli indirizzi di residenza dei 4 agenti indagati, come richiesto dalla legge italiana, e si esprime “sostegno politico e umano” alla famiglia Regeni nella ricerca della verità. Quanto a Zaki, viene chiesta la scarcerazione immediata.
Per quanto riguarda le drammatiche rivelazioni sulle torture inflitte a Regeni, si è espresso il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Il 25 gennaio, la tragica data dell’anniversario della scomparsa di Giulio Regeni, c’è il Consiglio degli Affari esteri dell’Unione Europea. Porteremo la discussione su Giulio Regeni in quella sede, sentirò Borrelli nei prossimi giorni, e lavoreremo a discussione che permetterà e darà l’occasione a tutti gli Stati membri di prendere posizione”.
“Noi ci muovendo: siamo arrivati a un punto di svolta, l’indagine italiana sta facendo un lavoro straordinario ed è molto solida. In questa fase noi chiediamo all’autorità egiziane di darci il domicilio di queste quattro persone perché si possa continuare a lavorare e processarle secondo le regole ma fino ad ora questa collaborazione non c’è stata. Su questo punto noi chiediamo una posizione univoca dell’Europa”. Così la vice ministra degli Esteri Marina Sereni a Radio 24 parlando dell’inchiesta sull’omicidio di Giulio Regeni, sottolineando che “il processo in Italia comunque si farà”.
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