Il Governo tentenna, non è ancora certo di cosa voler fare, o forse è soltanto l’ennesima mossa ad effetto.
Non si è ancora capito che Natale sarà, come lo si trascorrerà dove lo si potrà trascorrere, tutto o quasi è poco chiaro, a soltanto pochi giorni dal 25 dicembre. Sarà l’emergenza, sarà l’indecisione di chi governa, sarà che all’improvviso le certezze del paese di qualche mese fa, sono crollate sotto i colpi del virus, dell’epidemia che ormai da troppo tempo tiene banco praticamente ovunque.
Le abbiamo viste tutte, le abbiamo immaginate tutte, ogni cosa. Tutto ed il contrario è stato promesso, organizzato, disatteso. Le zone gialle arancioni e rosse, i 21 fattori e la poca comprensione di cosa davvero significassero vista la sproporzione di trattamento tra una regione e l’altra. Abbiamo visto chiudere strade, negozi, ristoranti, cinema, teatri, tutto, ma restare aperte le chiese. Abbiamo visto scuole chiuse e treni aperti.
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Certo, è vero, i treni devono esserci. Ma perchè si può restare ore ed ore in una cabina notte e non si può restare un’ora e mezza in un teatro, ugualmente contingentati. Perchè la chiesa si ed il cinema no, perchè il Veneto non è mai stato praticamente sempre in zona gialla ed oggi fa 150 morti al giorno. Questo genera confusione, che poi diventa rabbia, che poi diventa egoismo, e poi si trasforma in non rispetto delle regole.
Un processo che parte dal lontano, parte dalle scarse certezze offerte dal Governo in questa fase rispetto alla prima ondata. Un processo che porta agli assembramenti che poi vengono criticati ma intanto si propone il cashback, e allora che senso ha? Negozi aperti, possibilità di risparmio promosse dal Governo, e poi non puoi uscire. Se non devo uscire, chiudi tutto e tutti stanno a casa. Come a marzo, ora invece è diverso, cosi pare.