Caso Navalny, Putin: ridicolo dire che lo abbiamo avvelenato!

Il Presidente russo Vladimir Putin reagisce all’attacco del leader dell’opposizione Navalny su un coinvolgimento nel suo avvelenamento.

Putin: “Missili Usa in Europa? Inizino a contare le nostre forze poi decidano”

 

Ancora aperta la vicenda sul caso Navalny in Russia. 

Dopo le dichiarazioni di questi giorni del leader dell’opposizione Aleksej Navalny su un possibile coinvolgimento del Presidente Vladimir Putin o addirittura del KGB nel suo avvelenamento, la risposta è arrivata.

“Perché avremmo dovuto avvelenarlo? E’ ridicolo”. Ha dichiarato Putin in conferenza stampa, controbattendo alle accuse di avvelenamento ai danni dell’oppositore da parte dell’intelligence russa.

Di risposta Putin ha accusato Navalny di essere appoggiato dall’Intelligence americana e che i servizi segreti russi non avevano alcun interesse a farlo fuori.

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Caso Navalny, Putin: dice che lo abbiamo avvelenato, è ridicolo!

Le dichiarazioni dell’avvocato e principale oppositore al regime erano state rilasciate ad inizio settimana: “Non ho dubbi sul fatto che Putin abbia ordinato di avvelenarmi” , aveva affermato.

E spiega la sua convinzione: “Quando ho lasciato l’ospedale non avevo alcun dubbio che l’avvelenamento fosse stato ordinato da Putin.”

“Mi sono basato su un fatto molto semplice: il Novichok è l’agente nervino più tossico mai inventato dall’uomo. E per la sua produzione è necessario un laboratorio statale. Mosca ha dichiarato nel 2017 di avere distrutto le sue armi chimiche. Anche se ufficialmente il Novichok non esiste in Russia, potrebbe essere fabbricato in un laboratorio segreto sotto gli ordini diretti di Putin”.

“Putin vuole essere lo zar di Russia. Non gli piacciono gli oppositori. E considera la nostra organizzazione e chiunque denunci la corruzione un pericolo. Pensa che uccidendomi distruggerà la mia organizzazione. Putin è salito al potere 20 anni fa. Da troppo tempo. Crede di poter fare tutto quello che vuole”. Inoltre non ci sono indagini in Russia. È una favola. Non hanno indagato nemmeno dopo i miei 18 giorni di coma”.

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