Nonostante le città si riempiano di persone, le strade stracolme e i negozi pieni, gli acquisti lasciano molto a desiderare.
L’assembramento nella sua negativa composizione, nella sua negativa azione, alla fine, non da nemmeno il frutto che i commercianti, al di la di tutto, speravano. Niente shopping selvaggio, soltanto passeggio selvaggio, ma niente acquisti da capogiro. Le famiglie sono in difficoltà e la cosa è abbastanza evidente. Si spende ma gli scontrini hanno importi abbastanza inferiori a quelli classici riferibili alle passate annate.
“Sono pochi e soprattutto molto leggeri i sacchetti della spesa con abbigliamento, accessori, scarpe, tant’è che lo scontrino medio è di circa 70-80 euro, meno della metà dell’anno scorso”, secondo Alessandro Prisco, presidente di AscoDuomo, riferendosi in questo caso alla situazione legata alla città di Milano. La gente insomma, come detto spende, ma è chiaramente condizionata da una situazione che ha subito nel corso dei mesi successivi, tra poco lavoro, cassa integrazione o addirittura licenziamenti.
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Assembramenti record in città ma lo shopping è ridotto: Le festività rischiano il flop
“Non sarà un Natale con il botto da aggiustare le casse dei commercianti, ma darà un segnale di speranza al comporta moda anche se le perdite saranno a doppia cifra, circa il 20%, conferma Massimo Torti, segretario generale di Federmoda Italia. È convinto che la voglia di togliersi qualche sfizio c’è, ma il dilagare dello smart warking limita le occasioni di spostamento casa-lavoro e gli acquisti di impulso, ovvero quando si vede un capo in vetrina e lo si desidera”.
Il Natale, le festività natalizie insomma, rischiano di rivelarsi un vero e proprio flop per i commercianti che magari speravano nell’occasione per riprendersi dai mesi di magra della zona rossa.