Una nuova ed intensa puntata a Le Iene, con la storia del piccolo leone Mirko che abbraccia Sinisa Mihajlovic: commozione e dolcezza nel video
Ritornano stasera su Italia 1, Le Iene, il famoso ed amato programma dal grande seguito che, come di consueto, affronterà diverse tematiche: tra queste, la storia molto intensa di Mirko e del suo incontro con l’ex giocatore ed attuale allentare del Bologna Sinisa Mihajlovic.
Chi segue da tempo e con attenzione la trasmissione sa che nel corso dell’appuntamento ci saranno, come nella tradizione del programma, diversi servizi, approfondimenti, in chieste e temi complessi da affrontare.
E proprio a proposito dei temi, ci sarà spazio per una storia molto dolce ed intensa che, come detto, vede due protagonisti, quali Mihajlovic e Mirko.
I due hanno affrontato la stessa battaglia nel medesimo periodo, la lotta alla leucemia, e sono diventati amici poiché a quel tempo si scambiavano lettere e video messaggi. Oggi, la trasmissione realizza il sogno del piccolo, ovvero quello di poter incontrare e abbracciare l’allenatore.
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Le Iene Mirko abbraccia Mihajlovic: “Hai pianto quando eri in ospedale? Anche io, e piango anche adesso”
Un nuovo ricco appuntamento per tutti i telespettatori appassionati di Le Iene, che come detto in questa occasione riserverà una parte particolarmente emozionante e commovente, dedicandosi e raccontando la storia di Mirko, un piccolo leone che avrà l’occasione di incontrare Sinisa Mihajlovic.
Un rapporto, tra l’allenatore e il piccolo, nato durante il periodo in cui entrambi erano alle prese con la lotta alla leucemia e le cure per contrastare il male, in cui si scambiavano lettere e messaggi video, facendosi forza l’un l’altro.
È Nicolò De Devitiis ad accampare il piccolo al centro sportivo del Bologna e favorire un incontro molto intenso tra i due.
L’allenatore infatti chiede a Mirko: “Hai pianto quando eri in ospedale? Anche io, e piango anche adesso. Ho pianto anche quando ho ricevuto la tua lettera.”
Sinisa gli ricorda di esser stato molto forte e di ricordare tute le pubblicità che passavano in tv in quel momento; al solo guardarle, adesso, ancora ha i brividi.
Poi l’allenatore prosegue: “Quando il medico mi ha detto che c’era qualcosa che non andava gli ho chiesto se di questa malattia si muore. Lui ha risposto che fino a vent’anni fa non si poteva fare niente ma che adesso, con le ricerche, con il miglioramento e grazie alla donazione (di midollo, ndr.) non è più così. E a me bastava saperlo.”
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