Si sono tolte la vita a distanza di 4 mesi l’una dall’altra: tragedia nel mondo del cinema, lo stupro come sottofondo di morte.
La più giovane, 23 anni, era una star di Netflix ma neppure il successo e l’amore dei suoi fan sono riusciti a farle dimenticare il trauma che presumibilmente è la chiave per spiegare un gesto tanto drammatico. Daisy Coleman era diventata famosa anche per avere raccontato in un documentario, insieme ad altre ragazze vittime di violenza, lo stupro che dovette subire da ragazzina, aveva 13 anni.
Ad agosto, la giovane protagonista dello show di Netflix, Audrie & Daisy, si sparò davanti al fidanzato, durante una videochiamata. Una fine tragica che fece crollare anche la mamma, Melinda Coleman, che tuttavia riprese a vivere anche se con la morte nel cuore. Morte che alla fine si è presa anche lei: dopo 4 mesi dal suicidio della figlia, non ha più retto al dolore e come la figlia, si è uccisa.
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Raccontò lo stupro subito da bambina, si uccide a 23 anni: la maledizione dei Coleman
Sembra una maledizione quella che si è abbattuta sulla famiglia Coleman. Il padre di Daisy e marito di Melinda morì nel 2007 in un incidente d’auto, quando la piccola aveva solo dieci anni. Undici anni dopo, nel giugno del 2018, Tristan Ash Coleman, uno dei tre fratelli di Daisy, perse la vita nello stesso modo. E infine, nel 2020, tra agosto e dicembre, la morte ha bussato alla porta di Daisy e la mamma: se ne sono andate di propria volontà. Logan e Charlie Coleman, fratelli maggiori di Daisy, sono gli unici sopravvissuti.
Nel documentario realizzato per Netflix, Daisy e altre ragazze hanno raccontato gli abusi sessuali subiti quando erano ancora minorenni, intorno ai 13-14 anni. La mamma aveva raccontato al Sun quanto la sua famiglia, in seguito a questi tragici eventi, aveva lottato strenuamente e quotidianamente per mantenere Daisy in vita. La ragazza aveva tentato più volte il suicidio. Recentemente, Daisy aveva scoperto che, a causa dello stupro subito, non avrebbe potuto avere figli.