Una storia incredibile, di quelle belle che non ci stanca mai di leggere o di ascoltare, che inizia per tuti nel 1944.
1944, Martin Adler è un giovane militare americano, di stanza in Italia, per quella che per tutti è la seconda guerra mondiale. Perlustra l’appennino tosco emiliano insieme al suo compagno di battaglia John Bronsky. Entra in una casa, trovata lungo il suo percorso, mitra alla mano vi fa irruzione pensando di trovarci qualche nemico nascosto. In una delle stanze c’è una cesta, da li arrivano dei rumori, i soldati sentono il pericolo, ma una voce li avverte, sono solo bambini.
I piccoli, all’epoca, sono Bruno, Mafalda e Giulio Naldi, oggi, rispettivamente di 83, 81 e 79 anni. Quella voce, che di fatto, ha avvertito i soldati americani circa il contenuto della cesta, era della loro mamma. Pochi attimi dopo, Martin, chiede alla donna il permesso di fare una foto con i tre piccoli, la donna acconsente. Quel ricordo, peserà sulla memoria dell’ormai 96enne Martin, che lancia un appello, per provare a ritrovare quei tre bambini.
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Un abbraccio atteso 76 anni e quelle parole che ritornano: “Ciao bambini…”
Matteo Incerti, giornalista e scrittore reggiano, interessatosi dell’appello dell’ormai 96 Martin Adler, prova in tutti i modi di rintracciare quei tre bambini, ormai quasi ottantenni, immagina. Il più anziano dei tre, sente la notizia alla tv, la cosa ormai sembra cosa fatta, ed una delle sue sorelle, si riconosce in quella foto di tanti anni fa, mostrata proprio in televisione. Sono loro, quei bambini sono proprio loro.
L’incontro si fa, virtualmente però, dopo 76 anni di attesa, periodo in cui il giovane militare non aveva mai dimenticato i tre piccoli italiani. Commozione, tanta commozione nel corso della breve videochiamata, e l’anziano militare, che alla vista dei tre esordisce : “Ciao bambini.. vuoi cioccolata?”