Ormai i virologi o simili fanno a gara per profetizzare l’apocalisse perfetta per l’umanita. Dopo Galli, ecco Bassetti.
Ormai sembra che il compito dei virologi o chi per loro sia diventato quello di scegliere la profezia più apocalittica possibile per l’intero pianeta. Galli da Milano parla di imminente arrivo di batteri invincibile. Da Genova, Bassetti risponde con la febbre gialla. Chi vincerà la palma di migliore ‘Nostradamus’?
Scherzi a parte, l’infettivologo tra i più famosi per le comparsate in tv, Matteo Bassetti, ipotizza una malattia frutto dei cambiamenti climatici. «La febbre gialla è una seria candidata per una futura pandemia». Andiamo bene. «C’è il rischio che in Italia, a causa del fenomeno della tropicalizzazione, possano diffondersi malattie tipiche di fasce climatiche differenti – aggiunge -. È già successo con il virus del Nilo Occidentale, che può provocare malattie gravi del cervello. Oppure il virus chikungunya, trasmesso dalla zanzara tigre tipico di alcune aree tropicali diventando addirittura endemico in un’area del Polesine».
«Per non parlare della febbre gialla in America Latina. – conclude Bassetti – A causa del cambiamento climatico, il suo vettore di trasmissione principale, un determinato tipo di zanzara, si sta diffondendo enormemente in tutto il mondo, spesso portando il virus con sé».
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Matteo Bassetti sposta poi la sua attenzione al nuovo lockdown in arrivo dal Governo per scongiurare il pericolo terza ondata. «Ieri (domenica ndr) c‘è stato effettivamente un grande afflusso di persone nei centri delle città per lo shopping, ma da quello che ho potuto vedere erano tutti all’aria aperta e le persone portavano la mascherina. Parlare oggi di un lockdown totale o di una zona rossa per tutto il Paese stride molto, non aspettiamo neanche i nuovi dati?” Poi l’accusa: “Non abbiamo fatto il lockdown settimane fa quando la curva è salita molto e lo facciamo ora che sta scendendo? Lavoriamo bene in questi 10 giorni che ci separano dal Natale cercando di fare capire l’importanza di mantenere alta l’attenzione».
«Passare il Natale e Santo Stefano blindati dentro casa non serve a nulla – sottolinea Bassetti – Ci vuole invece più consapevolezza da parte di tutti nel comprendere che atteggiamenti poco attenti possono far risalire i contati. E poi finiamola di guardare a quello che fanno gli altri, come già successo con la Francia. Ora abbiamo gli occhi sulla Germania – conclude l’infettivologo – ma ognuno ha la sua situazione epidemiologica. Ricordo che i tedeschi a settembre hanno portato 20mila persone allo stadio».
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