L’uomo soffriva di una grave malattia degenerativa. La donna condannata a due anni e quattro mesi con sospensione della pena.
Due anni e quattro mesi, con sospensione della pena. Questo quanto stabilito per una 74enne di Mangano, in provincia di Biella, condannata poiché, secondo gli inquirenti, avrebbe aiutato suo marito, affetto da una malattia degenerativa, a suicidarsi. La vicenda risale al giugno 2018 quando la donna avrebbe consegnato a suo marito (su richiesta di questi) la pistola con la quale si sarebbe poi tolto la vita.
Il 79enne, a quanto sembra, teneva la pistola con un colpo in canna. Al culmine della sofferenza per la malattia che lo aveva afflitto, l’uomo avrebbe chiesto a sua moglie di portargli una delle armi che teneva in casa e di cui era appassionato. Subito dopo aver afferrato l’arma, si era esploso un unico colpo alla tempia. Immediatamente letale.
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Chiede la pistola alla moglie e si uccide: lei condannata per aiuto al suicidio ma la pena è sospesa
Una tragedia frutto della sofferenza e di un legame familiare che, forse, ha impedito alla donna di negare al marito quella richiesta. E’ stata proprio lei ad allertare i soccorsi e a raccontare ai carabinieri quanto accaduto. Una versione confermata poi anche davanti al procuratore Teresa Angela Camelio e che sarebbe valsa, a distanza di due anni, una condanna per aiuto al suicidio. Con la sospensione della pena, a ogni modo, la donna non dovrà andare in carcere.
Sul corpo del marito era stato eseguito un esame autoptico, mentre la perizia del Ris di Parma aveva determinato la dinamica del dramma. Tutto ha combaciato, fin dall’inizio, con quanto raccontato dalla settantaquattrenne. La donna, francese di nascita, viveva da anni in quella casa di Magnano, nel Biellese. Fino al drammatico epilogo della sua vita matrimoniale.