Fidanzati uccisi a Lecce, isolamento finito per il killer: “Rischia aggressioni”

Antonio De Marco, reo confesso dell’omicidio dell’arbitro Daniele De Santis e della fidanzata Eleonora a Lecce, sottoposto a un regime di sorveglianza.

Il prete del carcere: "Antonio De Marco non è un mostro"
Antonio De Marco (Fonte foto: web)

Isolamento finito per Antonio De Marco, l’infermiere che ha confessato di aver ferocemente assassinato, nel mese di settembre, l’arbitro Daniele De Santis e la fidanzata Eleonora. Il giovane è ora in una cella singola, in un’altra sezione del carcere di Borgo San Nicola. Una condizione che, a quanto sembra, potrebbe esporlo a delle repressioni da parte di altri detenuti. Un rischio paventato dalla Direzione penitenziaria, che ha disposto il trasferimento di De Marco diverse settimane dopo l’autorizzazione concessa dai procuratori.

De Marco è accusato di aver assassinato, il 21 settembre scorso, la coppia che conviveva in un appartamento di Via Montello, a Lecce. Una mattanza che il ragazzo, che in passato aveva vissuto lì come affittuario, avrebbe pianificato nel dettaglio. Un duplice delitto brutale, alla quale il killer aveva dato motivazioni legate alla rabbia. Fra gli altri motivi, l’essere stato a quanto pare respinto da una sua compagna di corso universitario.

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Fidanzati uccisi a Lecce, isolamento finito per il killer: ora è in cella singola

De Marco è ora detenuto in regime ordinario, anche se in una cella non condivisa. E, a quanto pare, la possibilità di aggressione potrebbe non essere l’unico rischio corso. Secondo gli psichiatri, infatti, nel giovane potrebbero manifestarsi anche comportamenti autolesionistici. E anche per questo inizialmente vige il regime di isolamento. Resta in piedi, al momento, la possibilità di una perizia psichiatrica. Lo stabiliranno i legali se presentarla o meno, al termine dei colloqui in carcere.

Nello specifico, l’ultimo colloquio fra quelli disposti dal Gip di Lecce dovrebbe essere svolto il prossimo 18 dicembre, alla presenza degli specialisti nominati dalla difesa. Solo una volta depositata la consulenza verrà deciso se presentare la richiesta di perizia.

Nel frattempo, in virtù dei rischi paventati, il detenuto sarà sottoposto a uno speciale regime di sorveglianza da parte del personale carcerario. Anche nell’ottica di un inserimento detentivo che avverrà con il nuovo stato di detenzione al quale è stato sottoposto.

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