Non varcate quel confine! Il ministro: “Non cambio, e denuncio l’Abruzzo”

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, rispedisce al mittente tutte le polemiche che riguardano le restrizioni durante le feste.

Il ministro Speranza è irremovibile

«Le misure sono queste e le confermiamo e le norme restano queste». Più chiaro di così! Il ministro della Salute, Roberto Speranza, non vuole sentire parlare di ‘revisione’ delle norme ormai decise che andranno ad arginare il perciolo contagio Covid durante le festività natalizie, fino al 6 gennaio compreso. Non ci si sposterà tra Comuni, e non importa se Ostia e Fiumicino distano un centinaio di metri tra loro, oppure Torino e Grugliasco. Varcare quella linea può costare caro.

Il ministro, ospite a Di Martedì su La7, è stato categorico e rispondendo a una domanda sull’eventuale revisione delle misure per i giorni del 25, 26 e 31 dicembre e 1 gennaio in merito agli spostamenti tra comuni, ha detto. «In questa fase non possiamo permetterci spostamenti che non siano indispensabili e il messaggio del Governo vuole essere questo: nei giorni più caldi, dove c’è più rischio che salga la mobilità, chiediamo un sacrificio alle persone».

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Non varcate quel confine, il ministro: “l’Abruzzo non può fare ciò che vuole”

«I dati li guarderemo sempre con grande attenzione ma le misure sono queste e le confermiamo: non cambieranno per il momento nè in un verso nè in un altro verso», ha aggiunto in tv, Speranza. «Come sempre avviene – ha chiarito – le misure non si vedono giorno per giorno ma c’è bisogno di un tempo un pò più lungo. Oggi ad esempio stiamo ancora vedendo i risultati della fase in cui in Italia c’erano molte zone rosse. C’è sempre un tempo in più che bisogna aspettare».

Poi si rivolge all’Abruzzo che ha anticipato di due giorni il cambio da zona rossa a gialla, autonomamente. «Noi chiediamo alle regioni di rispettare in maniera molto ferma le ordinanze che sto firmando a nome del Governo, il caso dell’Abruzzo è molto chiaro, abbiamo chiesto al presidente di rititare quell’ordinanza ed è chiaro che la porteremo di fronte al giudice».

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