Dopo le tigri di New York, tocca ai felini del bioparco catalano. Immediato l’isolamento e le cure, ora si ragiona su come abbiano contratto il coronavirus.
Finora si era parlato dei primati, in quanto per la gran parte simili agli esseri umani a livello di organismo. A quanto pare, però, anche i felini non sarebbero esenti dal coronavirus. Tre femmine e un maschio, tutti leoni dello zoo di Barcellona che sarebbero risultati positivi a uno specifico test. In realtà, non è la primissima volta per quanto riguarda questi animali: ad aprile scorso, infatti, anche qualche tigre dello zoo del Bronx, a New York, aveva riscontrato tracce di Covid-19.
Il test è scattato dopo che tutti i leoni in questione avevano manifestato sintomi di malessere. Per il questo il veterinario, insospettito dallo stato degli animali, aveva deciso di tentare il tampone per controllare la situazione. Immediata l’attivazione dello staff medico che, ora, sta somministrando ai leoni un antinfiammatorio specifico. Indicato per i casi di influenza lieve per i grandi felini. E a quanto sembra, i leoni starebbero rispondendo bene.
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Ora, posto che i felini non sembrano in pericolo, la questione sarà capire come abbiano fatto a contrarre il virus. Sembra che, qualche settimana fa, due impiegati del bioparco abbiano riscontrato la propria positività. Non è chiaro, però, se possano essere stati loro a contagiare i felini o se, altrimenti, uno di loro abbia contagiato gli altri.
Come riferito in un comunicato dallo zoo catalano, il personale “ha contattato e collaborato con esperti internazionali come il servizio veterinario dello zoo del Bronx, l’unico che ha documentato casi di infezione da Sars-CoV-2 nei felini“. Un asse Barcellona-New York che permetterà, probabilmente, anche di approfondire la questione del contagio. Il passaggio del virus dal felino all’uomo non è ancora dimostrato. Così come, più in generale, vi sono dubbi circa la trasmissione animale.
A ogni modo, lo zoo è rimasto aperto al pubblico dal momento che i leoni (nel frattempo isolati dal branco) non costituirebbero un pericolo. Più per la distanza ragguardevole (tale da impedire il contagio diretto) dal pubblico che per ragioni scientifiche.
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