L’episodio è accaduto a Bisceglie. Il ragazzo, secondo il regolamento, potrebbe non indossare il dispositivo di protezione. Polemica delle associazioni.
Fin dove può arrivare l’applicazione di un regolamento? In un supermercato di Bisceglie, l’osservazione alla lettera di una normativa vigente sembra aver impedito di tenere conto di tutti i vari cavilli. Fra i quali, quello che consente a una persona che vive determinate condizioni, di non far uso della mascherina anti-Covid. E’ il caso di un ragazzo minorenne che, qualche giorno fa, è stato allontanato dal supermarket proprio per non aver indossato il dispositivo di protezione. Nonostante le regole consentirebbero a chi, come lui, è affetto da autismo, di non indossarla obbligatoriamente.
A raccontare la vicenda è stata la famiglia del ragazzo (che soffre di spettro autistico di terzo livello), che già in passato aveva fatto spesa in quel supermercato. Non è passato molto tempo prima che intervenisse il personale e, nonostante il tentativo di spiegare la situazione, avvenisse la cacciata per inosservanza della normativa vigente.
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Massiccia la mobilitazione del mondo dell’associazionismo. In particolare quella dell’associazione Time Aut che, a Repubblica, ha spiegato come quello che è successo sia “frutto dell’ignoranza, la più grave delle disabilità. Ignoranza delle disposizioni normative, ma soprattutto ignoranza dell’autismo, delle condizioni e delle rinunce a cui le famiglie sono costrette”. Secondo quanto previsto dal regolamento stesso, infatti, le condizioni del minore non sarebbero compatibili con le disposizioni valide per tutti gli altri.
Una variabile che, però, non sarebbe stata sufficiente a convincere la direzione del supermercato, irremovibile sulla decisione di allontanare il giovane e la sua accompagnatrice. Ma non sarebbe tutto. Come raccontato ancora dall’associazione, lei avrebbe chiesto “di pagare i quattro articoli che aveva preso e uscire e di risposta le è stato detto che il fatto di essere con una persona disabile non la autorizzava a saltare la fila”.
Per Time-Aut, al di là del singolo episodio legato a quanto disposto dal Dpcm in tema di coronavirus, al ragazzo “è stato sottratto il diritto ad essere incluso nella società e questo non è accettabile”. Un caso che, ora, la famiglia del minore e l’associazione vorrebbero chiarire con il personale del negozio. “Non vogliamo regali – ha detto la mamma al quotidiano -, solo un passo indietro da parte chi lo ha umiliato”.
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