Il religioso camilliano, della comunità “Tenda San Camillo” di Riposto, nel catanese, sarebbe stato cosparso di benzina. Il cordoglio di mons. Raspanti.
Sei ospiti, tutti illesi. Ma lui, frate Leonardo Grasso, non ce l’ha fatta. Le fiamme che, all’alba, hanno divorato i locali della comunità di recupero per tossicodipendenti “Tenda San Camillo” di Riposto, nel Catanese, non gli hanno lasciato scampo. Un incendio probabilmente di origine dolosa, spento dai Vigili del fuoco e oggetto di un’indagine dei Carabinieri della compagnia di Girre. Che avrebbero già fermato il presunto responsabile.
Frate Leonardo, aveva scelto di dedicare se stesso agli altri in età matura. A cinquant’anni, quando si rese conto di come l’esistenza consacrata al prossimo fosse ben più appagante rispetto a una vita individualista. Una storia che, come disse lui stesso, traeva ispirazione da quella di san Camillo De Lellis.
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Una storia di rinascita quindi. La scelta di chiudere con la vita precedente, “scapestrata”, e mettersi al servizio dell’altro. Sulla strada della Chiesa in uscita più volte invocata anche da Papa Francesco. E la notizia della sua morte ha sconvolto la diocesi di Acireale, così come il suo vescovo mons. Antonino Raspanti. “Ho appreso stamattina la triste notizia della morte di fratel Leonardo all’interno della struttura dei padri camilliani. Una casa nella quale da parecchi anni ormai c’è un progetto portato avanti proprio da fratel Leonardo per tossicodipendenti e soprattutto per ammalati di Aids”.
La comunità ha infatti spesso ospitato persone affette da tossicodipendenza malate terminali di Aids. E a loro fratel Leonardo non aveva mai fatto mancare il proprio sostegno. “Sono andato sul posto – ha detto ancora Raspanti – e ho potuto constatare lo sconforto tra i pochi ospiti ma anche il dolore dei padri e dei frati camilliani, ai quali porgo le mie più sentite condoglianze”.
Nel frattempo, le Forze dell’ordine avrebbero già provveduto al fermo di un sospetto. Sarebbe stato lui, a quanto sembra un 52enne ospite della struttura, a provocare la morte del religioso. Un gesto probabilmente intenzionale in quanto, secondo quanto riferito da Catania Today, l’uomo avrebbe cosparso fratel Leonardo di benzina, per poi dar vita al fatale rogo.
Il sospetto sarebbe ora in stato di fermo, al termine di un interrogatorio nel quale avrebbe ammesso le proprie responsabilità.
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