Addormentata da alcol e droga: un’altra giovanissima accusa Genovese di stupro

Aperta una seconda indagine sull’imprenditore Alberto Genovese dopo la denuncia di una ventitreenne. Ma i legali della prima presunta vittima lasciano l’incarico.

Il delirio di Alberto Genovese

 

Un’altra indagine spunta fuori nell’ambito del dossier su Alberto Genovese. Si tratterebbe di violenza sessuale, a quanto pare denunciata da un’altra ragazza dopo la prima accusa di abusi durante una festa a Terrazza Sentimento, arrivata da una diciottenne. Il secondo caso farebbe riferimento a una serata trascorsa a Ibiza, a Villa Lolita, dove una 23enne avrebbe raccontato di essere stata violentata durante una festa.

La giovane avrebbe confermato alcune dichiarazioni già rilasciate durante una testimonianza nel corso dell’indagine che si è conclusa con il fermo dell’uomo. L’episodio risalirebbe al luglio scorso: la ragazza sarebbe stata invitata da Genovese sull’isola spagnola per trascorrere le vacanze. Agli inquirenti avrebbe raccontato di essere stata addormentata, forse con una droga. E al risveglio si sarebbe accorta della violenza subita.

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Il caso Genovese è un rebus: ecco gli ultimi sviluppi

Starà agli investigatori, ora, accertare la versione della ragazza. La quale ha deciso di formalizzare la denuncia solo dopo una testimonianza rilasciata durante un’audizione circa una settimana fa. Genovese risulterebbe comunque ora indagato per due distinti episodi di violenza sessuale. Il secondo dei quali, emerso peraltro nella giornata in cui i legali che hanno finora assistito la prima vittima hanno rinunciato all’incarico.

Gli avvocati, infatti, hanno comunicato il passo indietro in una nota, nella quale precisavano come la decisione fosse frutto di un servizio di Quarto Grado, andato in onda ieri sera. Oggetto del servizio, un presunto pranzo che avrebbe visto partecipare la vittima e alcuni amici dell’imprenditore in un ristorante di Milano. Per la stessa ragione, anche gli psicologi che hanno finora affiancato la ragazza si sarebbero tirati indietro.

Le notizie, scrive uno dei legali, “vere o false che siano, ma che vanno lette unitamente ad una ulteriore serie di circostanze, hanno fatto assumere a me ed al collega Macrì la determinazione di non volere più far parte della difesa della giovane e ai medici che hanno fin ora seguito la ragazza di non voler più occuparsi del caso”.

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