Il bollettino coronavirus del 6 dicembre. Sono ancora molti purtroppo i decessi e scendono nettamente i contagi. L’idea del Cts.
I numeri tornano ad essere incoraggianti, segno che le ultime restrizioni volute dagli esperti del governo stanno funzionando. Restrizioni che però non hanno potuto evitare un’altra strage: oggi i decessi in tutta Italia sono stati 564. Scendono i nuovi positivi che oggi sono 18.887. Scendono anche i ricoveri nelle terapie intensive, mentre risale il rapporto positivi tamponi. Frenata dei contagi in Emilia-Romagna (dove aumentano però i decessi) Veneto e Toscana.
La quota decessi sale ora a 60mila: un numero agghiacciante. E già si parla di come mantenere le stesse misure restrittive anche nel periodo natalizio per non fare come a Ferragosto quando il libera tutti si trasformò in seconda ondata Covid. Tra le tante misure adottate dal Viminale, ne spunta una – per ora solo un’idea – voluta dal Comitato Tecnico Scientifico in persona.
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Il Governo non vuole vanificare tutto il lavoro svolto e soprattutto i sacrifici chiesti agli italiani per non rischiare il contagio e la pandemia. Il Viminale ha già preparato il suo piano – qualcuno lo definisce di guerra – per controllare che tutti rispettino il coprifuoco dal 21 dicembre all’Epifania compresa. C’è grande preoccupazione soprattutto per quelle persone che prima del 21 si metteranno in viaggio per raggiungere i parenti in altre regioni: si prevede una ‘fuga’ di massa da nord a sud.
Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, aggiunge un’idea al piano già pronto del Ministero dell’Interno: evitare l’esodo di massa previsto il 20 dicembre, ultimo giorno utile prima dell’inizio del periodo di “stretta”, con controlli che dovrebbero arrivare, spiega in un’intervista al Giornale, fino al blocco dei treni sovraccarichi. L’obiettivo, ha spiegato spiega l’esperto, è evitare assembramenti e scongiurare la terza ondata a gennaio.
I ricongiungimenti coi parenti per le feste, aggiunge, “sono fonte di pericolo. I genitori si può andare a trovarli se sono persone fragili e bisognose di assistenza. Ma non certo per fare festa, questo non è accettabile. Troppi rischi”. E quindi, “vanno organizzati controlli molto severi. Se un treno o un traghetto contiene più persone di quelle previste, scatta il fermo: non si parte”.
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