Il figlio di Diego Armando Maradona racconta a Radio Crc il coronavirus e il momento in cui ha ricevuto la notizia della morte di suo padre
“Diego non ci posso credere”. E’ la telefonata di un amico paterno a destare il pomeriggio del 25 novembre di Diego Maradona Jr, che l’ex calciatore stava trascorrendo su un letto dell’ospedale Cotugno di Napoli. Ricoverato per coronavirus, “una mazzata pesante” come l’ha definita parlando a Radio Crc Targato Italia. Un incubo che l’ha costretto all’isolamento, con i suoi pensieri e, in quella drammatica serata, a convivere in solitudine con la notizia della morte di suo padre Diego.
A far squillare il telefono, un giornalista spagnolo amico del Pibe. “Quando mi ha raccontato – racconta -, ho subito cercato di mettermi in contatto con l’Argentina. Nessuno mi ha risposto. Questo da un lato mi ha tranquillizzato in quanto pensavo che la notizia non fosse fondata, cosa che peraltro era già accaduto varie volte. Dopo alcuni minuti mi ha chiamato mia moglie Nunzia che mi ha confermato la notizia“.
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Concluse le varie telefonate, la solitudine diventa l’unica compagnia. Pensieri, ricordi, anni trascorsi cercando di ricucire quel rapporto che il piccolo Diego Jr non aveva potuto avere da bambino. “Avevo già perdonato mio padre 5 anni fa – spiega ancora ai microfoni di Radio Crc – quando l’ho incontrato a Buenos Aires”.
Ventinove anni e mezzo. Tanto, secondo Diego Jr, il tempo impiegato per recuperare il legame con suo padre. “I 5 anni vissuti insieme non li dimenticherò mai. Io non volevo recriminare il passato e covare inutili rancori, dissi a mio padre che volevo costruire un futuro assieme a lui, partendo da zero”. Un solo vero rammarico: “Non essere andato in Argentina a causa del Covid, non essere andato allo stadio San Paolo”.
La morte del Diez ha sconvolto la quotidianità già vessata dal coronavirus. Quella di Diego Jr più di tutte. “All’inizio pensavo non fosse possibile. Mi sono reso conto che se n’era andato un pezzo della mia vita, faccio ancora oggi fatica a realizzare quanto successo”.
In aiuto però arriva la fede, forse ciò che avvicina più di tutto. Ciò che da vera forza nei momenti di dolore. “Dio ha i tempi giusti, io sono molto religioso ma papà è andato via troppo presto, mi piace però pensare che nel tempo trascorso con lui sono stato felice”.
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