Il politico ungherese Jozsef Szajer ha ammesso di aver partecipato a “una festa privata”, rassegnando le proprie dimissioni. Per l’organizzatore non era stato invitato
Contro le regole del lockdown e anche contro quelle del credo socio-politico professato fin qui. Continua a destare scalpore in Europa la vicenda di Jozsef Szajer, eurodeputato ungherese “beccato” mentre partecipava a un’orgia a Bruxelles, venerdì scorso.
Conservatore di Fidesz, partito del presidente Viktor Orban che contribuì a fondare nel 1990, Szajer ha sempre professato la linea tradizionalista del proprio gruppo politico, in particolare per quel che riguarda le unioni eterosessuali. La “festa privata” alla quale aveva preso parte, però, era perlopiù partecipata da uomini.
Le dimissioni erano arrivate lo scorso 28 novembre, senza grosse spiegazioni. Sconcerto nel Parlamento europeo, prima che fosse lo stesso Szajer a chiarire le ragioni del suo passo indietro. Un post sui social, nel quale ammetteva di aver preso parte alla “festa” e di aver infranto le regole anti-Covid. Oltre che le convinzioni espresse in trent’anni di appartenenza a Fidesz.
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“Mi rincresce profondamente di aver violato le restrizioni anti Covid, è stato un atto irresponsabile da parte mia, sono pronto a pagare la multa”. Così aveva scritto l’europdeputato, scusandosi per quanto commesso ma ribadendo di non aver mai fatto uso di sostanze stupefacenti, come inizialmente sospettato dopo il blitz delle Forze dell’ordine.
“La polizia ha continuato la procedura, ha redatto un verbale e mi ha accompagnato a casa, ma non ho fatto uso di droghe. Mi sono offerto con la polizia per un test istantaneo, ma non me l’hanno fatto”.
Un “errore strettamente personale” lo definisce Szajer, chiedendo a tutti di “non estenderlo alla mia patria o alla mia comunità politica”. Nel frattempo, emergono ulteriori dettagli inquietanti circa il festino organizzato a Bruxelles. Al quale, riferisce Repubblica, secondo l’organizzatore l’eurodeputato si sarebbe unito senza essere stato invitato. “Non conoscevo quest’uomo, era un amico di un amico”.
Grande l’imbarazzo all’interno del partito e anche in seno al governo del presidente Orban. Fu proprio Szajer (espulso ora da Fidesz), infatti, a insistere per inserire nella Costituzione magiara un passaggio in cui si definisce il matrimonio come una pratica esclusiva per le persone eterosessuali. E chissà che la vicenda non possa avere ripercussioni anche sulla sfida di Budapest all’Europa sulla questione Recovery fund.
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