Un importo pari a 12 mila euro impiegato come sostegno a un pericoloso foreign fighter: l’indagine della Guardia di Finanza
Dodicimila euro di importo percepiti come Reddito di cittadinanza. Un contributo, però, che sarebbe stato percepito indebitamente. E, in buona parte, utilizzato per tutt’altre ragioni rispetto al sostentamento del proprio tenore di vita. Due denunce sono arrivate dalla Guardia di Finanza nei confronti di altrettanti cittadini di nazionalità tunisina, residenti a Bologna, sospettati di aver impiegato le somme del Reddito per finanziare un pericoloso jihadista.
Una notizia shock, arrivata al termine di un lavoro d’indagine partito dall’analisi dei flussi dei conti correnti bancari dei due. E che agli inquirenti ha permesso di ricostruire la vicenda, anche grazie al supporto dell’Europol e degli strumenti di cooperazione internazionale del Terrorism finance tracking Program. I due sospetti avrebbero ricevuto i 12 mila con false dichiarazioni dei redditi. In seguito, avrebbe utilizzato un servizio di trasferimento per recapitare delle somme al terrorista.
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Reddito di cittadinanza per finanziare un terrorista: l’indagine delle Fiamme gialle
Il jihadista in questione, a quanto sembra iscritto nelle liste antiterrorismo del Belgio, sarebbe stato individuato, fino allo scorso aprile, proprio in Tunisia. Le somme inviate dall’Italia le avrebbe recepite attraverso un servizio di money transfer, individuato dai finanzieri anche grazie a delle segnalazioni per operazioni sospette.
Inoltre le Fiamme gialle, coordinate dal pm Antonio Gustapane, avrebbero effettuato anche pedinamenti e perquisizioni ai fini dell’indagine. Tutte operazioni che hanno permesso di assemblare i pezzi della scacchiera e individuare il flusso pro-terrorismo del denaro.
Ora, i due tunisini dovranno restituire le somme indebitamente percepite. E non solo. In virtù delle loro dichiarazioni fallaci, potrebbero essere costretti a lasciare il loro alloggio popolare, dove risiedevano pure, a quanto sembra, non avendone facoltà.
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