Ha ucciso e seppellito viva la fidanzata: dopo 3 anni potrebbe uscire dal carcere

Lucio Marzo, 17enne quando confessò l’omicidio, è detenuto presso il carcere di Quartucciu, in Sardegna.

 

Era stato condannato a 18 anni e 8 mesi Lucio Marzo. Una sentenza diventata definitiva quando la difesa rinunciò al ricorso in Cassazione. Il giovane, oggi di 20 anni, è detenuto da tre nel carcere di Quartucciu, in Sardegna, dove è stato rinchiuso dopo aver ucciso la sua fidanzata sedicenne, N.D, a Castrignano del Capo, nel Leccese. Un delitto del quale Marzo è reo confesso.

Ora però, dopo i primi tre anni di pena, il ventenne (che già svolge dei servizi in carcere) chiede di poter lavorare anche all’esterno dell’istituto penitenziario.

Una richiesta che diverrà valida una volta scontato un quarto della pena. Tale misura è infatti prevista fra quelle alternative dall’ordinamento penitenziario. La domanda del legale del ragazzo dovrà comunque essere esaminata dai giudici, che passeranno in rassegna anche le relazioni del penitenziario sulla condotta tenuta dal giovane durante i primi anni di detenzione.

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Uccise e seppellì viva la fidanzata: il delitto di Castrignano

Il delitto di N. risale al 3 settembre 2017. Il suo corpo, sepolto sotto un cumulo di sassi, fu però scoperto solo il 13 successivo. Il ragazzo, minorenne quando confessò il delitto, è stato riconosciuto colpevole dai giudici di aver dapprima accoltellato, poi colpito con delle pietre e infine sepolto la fidanzata. Quando era ancora viva.

La sentenza definitiva era stata emessa nel giugno 2019, con rito abbreviato. I giudici avevano infatti respinto la richiesta di rinnovare la perizia psichiatrica. La decisione arrivò alla presenza della famiglia della ragazza. “Ho incrociato i suoi occhi in aula per un istante – disse la mamma ai cronisti fuori dal Tribunale – ma lui ha abbassato subito lo sguardo. Non lo perdonerò mai per quello che ha fatto. Mi ha tolto un pezzo di cuore e a mia figlia ha tolto il bene più prezioso, la vita”.

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