Incredibile vicenda vicino a Potenza che dimostra ancora una volta come siano trattati alcuni pazienti rispetto ad altri.
Oltre il danno, la drammatica beffa. Non solo stavano piangendo una familiare 91enne morta dentro una casa di riposo, ma in più, mentre stavano dandole l’ultimo saluto dentro la bara, hanno dovuto sentirsi chiamare dalla Rsa in cui era ricoverata la nonnina che annunciava alla famiglia che la donna stava bene, era stabile, a letto. Come un disco registrato: probabilmente la stessa frase la ripetono decine di volte ogni giorno, segno che non tutti i pazienti vengono trattati allo stesso modo.
Evidentemente qualcuno si è scordato di Teresa, o l’avevano scambiata per un’altra. Il covid ha portato caos e purtroppo un pò di follia, soprattutto nei presidi sanitari e per anziani: i medici e gli infermieri sono ormai allo stremo, sotto pagati e sotto organico. E allora qualcuno si arrende e scambia una donna che non c’è più per una che sta nel suo letto.
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Rsa: “La signora sta bene, è a letto” Ma era morta, indagine interna e indignazione
I parenti di Teresa Langone, non vedevano la nonnina dal 2 novembre scorso per via delle norme anti covid: la donna era ospite di una Rsa del Potentino. Si erano ormai rassegnati a ricevere videochiamate dagli operatori della struttura che li rassicuravano sempre con le stesse parole: “Sta bene, è a letto, è stabile”.
Poi la drammatica chiamata che annunciava il decesso. Ma anche davanti alla bara non si è fatta attendere la telefonata dell’operatore: “Sta bene, è a letto”. Una beffa, che i parenti dell’anziana hanno reso noto sulla stampa locale.
“Ci hanno chiamati dalla Rsa – ha raccontato a Il Quotidiano del Sud la nipote Noemi – per comunicarci che zia Teresa era deceduta e che era morta nel sonno”. Poi, riuniti tutti in obitorio, un’altra chiamata. “Era un operatore – continua la testimonianza – che ci diceva che mia nonna stava bene, era stabile e stava a letto. Abbiamo chiesto come potesse essere possibile visto che era morta. A quel punto ha detto poche cose confuse. Era chiaro il suo imbarazzo”.
“Ci siamo scusati e ci scusiamo nuovamente con i congiunti della signora – hanno comunicato dalla direzione della Rsa a Il Quotidiano del Sud. – Non ci sono parole per giustificare un comportamento del genere” […] “E’ stata aperta un’inchiesta interna e ci sarà una sanzione disciplinare”.
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