La bandiera della Roma Francesco Totti piange la scomparsa del papà Enzo: chi era lo “sceriffo”, tutta l’ironia e l’insegnamento lasciato al figlio
Un lutto doloroso e straziante, per Francesco Totti, l’ex capitano della Roma, la stella e bandiera giallorossa che è tra gli ospiti della puntata di Verissimo, il noto ed amato programma condotto su Canale 5 da Silvia Toffanin: la scomparsa di Enzo Totti, il papà, ecco chi era.
Il Covid ha messo in ginocchio il mondo intero, e l’Italia, come le altre nazioni, è alle prese con la pandemia e la conta dei numeri dei contagi, dei positivi, delle terapie intensive e purtroppo dei decessi.
Purtroppo, anche il papà di Francesco ha dovuto combattere contro il Coronavirus a 76 anni; quest’ultimo, nato il 3 maggio del 1944 a Roma, se ne è andato lasciando due figli, il “Pupone” e Riccardo, e la moglie Fiorella, oltre ai nipoti che amava intensamente.
Di Enzo è nota la fede romanista, un tifoso vero di quelli che hanno i colori della propria squadra impressi nel cuore. Una fede aumentata ancor di più, se possibile, dall’incredibile carriera avuta dal figlio che tanto ha dato alla Roma, regalando tantissime emozioni ai tifosi.
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Enzo Totti papà Francesco, chi era lo ‘sceriffo’: le sue abitudini
Il papà di Francesco Totti, Enzo era purtroppo già malato da tempo e sembra fosse un padre molto esigente, che ha saputo donare però importanti insegnamenti ai figlio, che ha avuto modo di ricordare con affetto e dolcezza anche Diego Armando Maradona.
Nell’ambito del Premio Facchetti nel 2014, Francesco fu intervistato dalla Gazzetta e a proposito del padre spiegava: “Non mi ha mai fatto i complimenti, anzi mi ha sempre bastonato. Quando facevo due gol, lui mi diceva che ne avrei dovuti segnare quattro”.
Insomma, un vero e proprio “sceriffo”, che aveva un magnifico rapporto con i figli a cui ha trasmesso l’amore per il calcio.
Enzo in passato aveva lavorato in banca ed era conosciutissimo a Trigoria; spesso infatti, quando poteva, raggiungeva il figlio per vedere gli allenamenti ed è sempre stato una figura molto presente. Testimoni sono gli scatti negli spogliatoi con i calciatori.
Lo “sceriffo” seguiva di tanto in tanto il figlio anche nelle trasferte con il camper, un aneddoto che spiega meglio di mille parole quale fosse il carattere e quanto fosse forte l’affetto per suo figlio.
Un personaggio amato da tutta Roma dotato di grande ironia e che ha ricevuto messaggi di cordoglio da una città intera e non solo.
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