Ad affermare questa ipotesi è Adbi Kai tunisino arrestato insieme ad altri membri del clan di Marzouk. La sua testimonianza potrebbe portare a nuovi sviluppi sulla strage di Erba
La strage di Erba è uno dei casi di cronaca nera più noti nel Bel Paese. Sono passati quasi 14 anni da quell’agghiacciante molteplice delitto avvenuto l’11 dicembre del 2006, nella piccola cittadina alle porte di Como.
A perdere la vita furono (uccisi a colpi di spranga e coltello) furono Raffaella Castagna, il figlioletto Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. L’unico superstite è stato Mario Frigerio, venuto poi a mancare nel 2014.
Grazie alla testimonianza di quest’ultimo sono stati condannati all’ergastolo i vicini di casa Rosa Bazzi e Olindo Romano. Nel corso degli anni però sono arrivate anche altre versioni dei fatti, che scagionerebbero la coppia.
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Strage di Erba, motivi di concorrenza alla base della mattanza?
L’ultima in ordine di tempo è quella di Abdi Kais tunisino arrestati insieme ai componenti del clan Marzouk. Tra l’altro l’uomo risultava residente proprio nella casa di Azouz e Raffaella.
Ha parlato dell’aggressione subita da alcuni marocchini dovuta alla concorrenza riguardante lo spaccio nella zona tra le diverse etnie. Una dichiarazione che riaccende le luci sui giri sospetti di Azouz Marzouk e su una possibile vendetta nei suoi confronti.
Al momento però sono solo mere congetture. Kais ha comunque rafforzato le sue convinzioni affermando esplicitamente che secondo lui Rosa e Olindo non sarebbero mai stati in grado di compiere una strage simile. A suo modo di vedere non avevano i mezzi fisici per poterci riuscire, mentre i marocchini potevano vantare una corporatura e una velocità più efficace per questo genere di “attività”.
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