La città piange Diego, figlio acquisito, genio e sregolatezza, divino e folle, umano e debole. Napoli si ferma per il suo campione.
Ci sono date indelebili nella mente e nel cuore di ogni napoletano, il 10 maggio del 1987 ad esempio, giorno in cui gli azzurri, capitanati da Diego Armando Maradona conquistano il primo scudetto della loro storia. Una storia calcistica fino a quel momento praticamente anonima, che di colpo si riempie di colore, il colore del trionfo. Il 29 aprile del 1990, il secondo scudetto, uno sfizio, un capriccio, un dispetto al Milan delle stelle e dei miliardi.
In mezzo, una coppa Uefa, conquistata con la disinvoltura di chi sa di essere la più forte. Cosa è stato Diego per questa città? Diego non è stato, Diego è. Tra i vicoli, nei cuori, negli occhi dei napoletani, Maradona c’è e ci sarà sempre. Non si tratta di qualcosa di umano, non avrebbe senso, parliamo d’altro. Di mistica, di suggestione, di orgoglio e di riscatto, perchè Diego è stato anche questo. Napoli colerosa, Napoli terremotata, Napoli campione d’Italia.
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Napoli piange Diego Armando Maradona: La città è insensata, silenzio e lacrime
Il 25 novembre 2020, sarà una di quelle date che tutti i napoletani, e non solo si porteranno dentro per sempre. Non è un addio, un arrivederci o chissà cosa. E’ un saluto, l’ennesimo, il più forte, il più caloroso di tutti, perchè chi c’è sempre, ovunque, ogni secondo, ogni giorno, in ogni angolo, non muore mai, come potrebbe mai. La città in queste ore non ha senso, c’è silenzio, lacrime, quasi rabbia. Mai vista la città cosi.
Napoli è estrema, chiassosa, esasperante. Mai silenziosa, quasi mai rassegnata. Oggi la città è questo. Qualcosa di mai vissuto prima d’ora. Sembra ferita, assente, colpita a morte. Pochi giorni fa il ricordo del terremoto del 1980, forse in quei giorni, lo stesso silenzio, ma non è la stessa cosa. Napoli piange, e piangerà tanto ancora, ma Diego è li, non è mai andato via, sorridente e sfrontato come sempre, divino e umano, debole e meraviglioso.
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