Donatella Rettore, così è sfuggita al suo abusatore: momenti da incubo

Donatella Rettore racconta la sua brutta esperienza: “Hanno tentato di abusare di me”. La cantante sconvolge a Storie Italiane.

Nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne Donatella Rettore da un racconto scioccante della sua giovinezza.

Avevo soltanto 15 anni quando hanno tentato di abusare di me”, ha dichiarato la cantante a Eleonora Daniele, che stamattina ha aperto il suo programma Storie Italiane proprio con il suo racconto.

La Rettore è in collegamento da casa con la trasmissione. Ormai è una donna adulta, una famosa cantante, un personaggio amato da molti italiani. E solo ora, dopo anni di silenzio si sente libera di raccontare quella brutta esperienza.

“Stavo uscendo dalla palestra, giocavo a pallacanestro, ero in tuta o comunque vestita normalmente, – si giustifica Donatellaè passato un ragazzo più grande in macchina, forse aveva 3 anni più di me”.

“Lo conoscevo, era uno di quei ragazzi tranquilli, quasi asessuato – ha continuato – mi ha proposto un caffè e quattro chiacchiere. Ho accettato e sono salita in macchina“.

Un racconto come tanti, una ragazza incontra un amico, chissà quante volte al giorno e a quante ragazze al mondo capita di andare a prendere un caffè con un amico.

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Donatella: “Gli ho dato un calcio e sono scampata alla violenza”

Donatella Rettore
Donatella Rettore (Fonte Instagram -donatellarettore)

Ma esortata dalla Daniele, la cantante continua: “A un certo punto ha cambiato strada, mi sono accorta che andava verso la campagna, mi sono spaventata e gli ho chiesto subito di riportarmi a casa. Ma lui non mi ha dato retta, allora gli ho rubato le chiavi della macchina per obbligarlo a fermarsi e le ho gettate fuori dal finestrino”.

Ho cercato di scappare, ma lui mi ha afferrato per i capelli, mi ha preso per la coda per trattenermi, – spiega la dinamica del terribile accaduto – Gli ho dato un calcione, devo avergli fatto male, ma questo mi ha permesso di fuggire. Sono scappata via verso il paese, ho corso a perdifiato per chilometri“.

“Fuggendo pensavo: non ci pensare, non ti ha toccato, non è successo niente. La Rettore ha poi aggiunto quanto sia importante denunciare, esortando tutte le vittime a rivolgersi alle autorità. Lei stessa ha raccontato di essersi subito recata dai Carabinieri che l’hanno poi accompagnata a casa.

“Ci sono andata più per paura di una reazione dei miei genitori che per il fatto accaduto. Temevo che mio padre andasse a cercare il ragazzo e lo riempisse di botte. Ma denunciare è importante”.

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