Il più grande di tutti i tempi, Diego Armando Maradona e quella notte di Italia ’90 che spaccò la nazione: Napoli tifava per lui, gli italiani per la Germania
Una notizia terribile che sconvolge il mondo intero, quella della scomparsa del più grande calciatore di tutti i tempi, Diego Armando Maradona, che scompare a seguito di problemi cardiaci a 60 anni.
Tutti i tifosi, gli amanti del calcio e coloro che grazie a lui si sono emozionati ed appassionati a questo sport, piangono colui che forse più di tutti ha saputo dividere: in particolare, una profonda spaccatura avvenne, i tifosi più attenti lo ricorderanno, durante il mondiale giocato in Italia nel ’90.
L’Argentina, rappresentata da grandi calciatori tra cui proprio Diego, puntava la vittoria, e dopo l’esordio perso contro il Camerun, si giocava una gran fetta di possibilità per il proseguo della competizione contro l’URSS. La partita, vita, venne giocata al San Paolo, e proprio Maradona tempo fa ne fece cenno.
Giurammo di vincere – spiegava sui social il Pibe de Oro – Se perdevamo, saremmo andati fuori al primo turno”.
E ancora: “Il valore di Goyco. Gli attributi di Simon, del Pepe, del Vasco e del Moncho.Gli urli del Checho Batista, che guidava la squadra da dietro. I gol di Pedrito e Burru, che ci diedero un’altra chance. Le cannonate del Tiburon Serrizuela. Le frecciate fulminanti di Cani. E il sostegno di tutti i napoletani. E’ tutto qui. Grazie a tutti ragazzi”.
Un ringraziamento forte al suo popolo, la città di Napoli, che fece il tifo per lui e per la sua squadra. Ma quello fu solo il primo episodio di quel Mondiale.
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Diego Armando Maradona Italia ’90, la nazione divisa: come andò la notte della semifinale
Un secondo episodio si aggiunge alla lista dei ricordi legati a Diego Armando Maradona e ai mondiali di Italia ’90 che provocò la spaccatura tra Napoli e buona festa del resto del Paese.
Entrambe le squadre, infatti, proseguirono il proprio percorso nella competizione sino ad arrivare al momento della semifinale. Una partita che si giocò a Napoli, allo stadio San Paolo dove Diego era visto come idolo assoluto.
“Trovo di cattivo gusto chiedere ai napoletani di essere italiani per una sera dopo che per 364 giorni all’anno vengono trattati da terroni“, afferma Maradona che si dice convinto che i napoletani faranno il tifo per lui e non per la patria. E non ha tutti i torti perché qualcuno, in tribuna, non può che tifare per l’idolo.
Dopo un pareggio per 1 – 1 con reti di Schillaci e Caniggia, che pose fine all’imbattibilità di Walter Zenga che durava da 518 minuti, si arrivò ai supplementari e poi ai rigori.
La Albiceleste segnò tutti i tiri dal dischetto, mentre gli azzurri si videro parati i tiri di Donadoni e Serena. Argentina in finale e Italia eliminata.
Terzo puzzle della storia, la finale tra Argentina e Germania in scena a Roma. Gli italiani non hanno dubbi e tifano per la seconda, in virtù della scottante eliminazione dell’Italia proprio ad opera della Selección, e per le antipatie provate nei confronti di Diego.
Nel corso del riscaldamento, lo stadio urla “Chi non salta Maradona è”, un gesto che provocò la reazione di Diego: “Hijos de puta, hijos de puta,“, spiega di aver detto, non urlato, nella sua biografia.
Fischi ogni volta che prendeva il pallone, e l’esplosione di gioia per la vittoria della Germania Ovest, l’Italia aveva un nemico comune.
Ma ancora; qualche tifoso mostra il dieto medio al pullman dei giocatori, altri paragonano Maradona all’Aids.
Un simbolo, amato da alcuni e criticato da altri. Come accade solo ai grandi.
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