Nei mesi scorsi in Valle D’Aosta si era parlato di un emendamento della legge regionale anti-covid per ottenere un contributo di 90mila contro la violenza domestica. Chi l’ha visto? Per ora non c’è traccia
Il 2020 è stato un anno terribile un po’ ovunque, in particolar modo in Valle D’Aosta dove si sono registrati molti morti per covid, il calo del Pil e l’aumento della violenza sulle donne.
Un quadro abbastanza tragico per una regione abituata ad essere uno dei paradisi d’Italia. Rimanendo in tema rosa, purtroppo il lockdown nella prima ondata e le forti restrizioni in questa seconda hanno portato ad una situazione insostenibile, anche al netto della situazione sanitaria.
Le vittime di questi brutali episodi spesso non possono ricevere nemmeno le cure necessarie a causa della saturazione degli ospedali. Anche per questo motivo lo scorso luglio l’allora consigliera di Adu Valle D’Aosta Daria Pulz aveva proposto un emendamento della terza legge regionale anti-covid per ottenere 90mila euro per la prevenzione della violenza domestica.
L’obiettivo era la creazione di nuovi spazi d’accoglienza oltre che di case rifugio, che in un momento così particolare potrebbero giocare un ruolo determinante ai fini della serenità femminile.
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Chi l’ha visto il contributo da 90mila euro contro la violenza domestica? Nessuno per il momento
La proposta era stata accolta all’unanimità dal Consiglio Regionale della Valle D’Aosta. In concreto però da allora non si è mosso nulla. Chi l’ha visto quel contributo di 90mila? Di fatto nessuno.
In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne Adu Val D’Aosta chiede a gran voce l’inizio delle attività previste sia in termini di sensibilizzazione sul tema, sia per quanto concerne la creazione di spazi socio-sanitari per l’accoglienza delle povere malcapitate. Solo così questa squallida piaga può essere sconfitta. Il tempo però è tiranno e più passa e più le donne rimangono sole e in balia di soggetti instabili e invasati.
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