Un documento dell’Iss mette in guardia gli anestesisti nel caso i posti in terapia intensiva dovessere esaurirsi: Chi vive e chi muore.
Se gli ospedali vanno al collasso e esauriscono i posti in terapia intensiva, i medici dovranno decidere chi salvare e chi lasciare morire. Prima sembravano solo fantasie, incubi, trame drammatiche di un film horror. Oggi invece c’è un documento ufficiale dell’Istituto Superiore della Sanità che conferma che è tutto vero. In caso di emergenza Covid e in caso di contagio, saremo valutati ‘per parametri’ e potremmo rischiare di non essere curati per far posto a qualcuno che ‘merita’ di vivere più di noi.
Potrebbero cambiare le parole, ma la sostanza è questa. I medici dovranno seguire precise indicazioni per decidere chi salvare e a quali pazienti Covid andrà data la precedenza. Il documento, in possesso de il Messaggero, ha un titolo che davvero fa paura: ‘Decisioni per le cure intensive in caso di sproporzione tra necessità assistenziali e risorse disponibili in corso di pandemia da Covid-19′. E’ un protocollo pubblicato dall’Iss, rivolto prevalentemente agli anestesisti e spiega quali parametri usare in caso di collasso delle terapie intensive.
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“Chi può vivere e chi deve morire” Inquietante documento Iss agli ospedali: chi decide la sopravvivenza?
Secondo il testo Iss avrebbe la priorità a essere assistito colui che ha maggiori speranze di sopravvivere. Non una grande novità, purtroppo, dal momento che ogni giorno vi raccontiamo di morti dimenticati, anche senza Covid. Gli ospedali sono sotto organico, il sistema sanitario è crollato.
Lo scopo del documento è quello di permettere ai medici di ricorrere al triage basato su parametri clinico-prognostici definiti, piuttosto che osservare un criterio cronologico. Il triage scatta per tutti i pazienti con necessità di cure intensive, a prescindere dalla condizione clinica che determina tale necessità.
“Nel caso di una completa saturazione tale da determinare l’impossibilità di garantire le cure intensive a tutti i pazienti per i quali si pone l’indicazione clinica a tali trattamenti, sarà necessario ricorrere a criteri di priorità, criteri la cui applicazione non può comunque comportare deroghe ai principi di cui sopra, né far venire meno l’esigenza di appropriatezza delle cure a causa della situazione straordinaria”.
Per l’Iss ogni persona malata deve considerare questi elementi:
- numero e tipo di comorbilità
- stato funzionale pregresso e fragilità
- gravità del quadro clinico attuale presumibile impatto dei trattamenti intensivi, anche in
- considerazione dell’età del/la paziente
- La volontà del/la paziente riguardo alle cure intensive dovrebbe essere indagata prima possibile nella fase iniziale del triage
- L’età deve essere considerata nel contesto globale del quadro clinico del paziente.
- “L’età non è di per sé un criterio sufficiente per stabilire quali pazienti possono maggiormente beneficiare delle cure intensive e pertanto non è possibile farvi ricorso in fase di triage stabilendo dei cut-off (soglie di età)”.
Ogni giorno verrà fatta una rivalutazione della sussistenza dell’indicazione clinica, degli obiettivi di cura e della proporzionalità. E per i pazienti per i quali non sia possibile prevedere un percorso di cura intensivo devono essere previsti trattamenti di minore intensità. Nel caso in cui un paziente non risponda al trattamento, “la decisione di interrompere le cure intensive (desistenza dai trattamenti futili) e di rimodularle verso le cure palliative non deve essere posticipata”.
In ogni caso la decisione non deve mai essere affidata a un solo medico. Deve essere assunta e condivisa da tutta l’équipe medico-infermieristica.
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