Coronavirus, Crisanti ci ripensa: “Si al vaccino ma i numeri siano pubblici”

Il virologo spiega la sua posizione in merito al vaccino, di fatto mostrandosi maggiormente aperto alla possibilità.

Andrea Crsisanti
Andrea Crisanti (Facebook)

Andrea Crisanti, professore di microbiologia e virologia all’Università di Padova, ha fatto una serie di dichiarazioni in merito alla prossima, si spera, commercializzazione del vaccino, con una fase iniziale, prevista per gennaio, con precedenza a casi particolari. Gennaio, in ogni caso, stando alle previsioni del Governo, dovrebbe vedere l’attivazione di una grandissima operazione medico sanitaria, probabilmente la più grande mai vista nel nostro paese.

Crisanti, qualche giorno fa, aveva dichiarato che lui a gennaio il vaccino non lo farebbe. Perchè mancano i dati, mancano le documentazioni solite del caso, e poi manca quella che è la cosa più importante, la durata media di una produzione. Crisanti ha infatti spiegato che per la produzione di un vaccino ci vogliono anni, invece in questo caso si è trattato di pochi mesi. E inoltre, spiega il virologo, nemmeno è stata seguita la procedura standard, con le varie fasi di sperimentazione.

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Coronavirus, Crisanti ci ripensa: “Procedura affrettata”

In realtà Crisanti ha poi spiegato che non è che abbia proprio cambiato idea rispetto al concetto espresso qualche giorno fa. Spiega che i numeri dovrebbero essere pubblici per rendere quanto più chiara possibile l’intera operazione, ma dice anche che in ogni caso la procedura di produzione del vaccino e la relativa fase di sperimentazione sono stati troppo affrettati. Non sono stati insomma rispettati quei termini tecnici, minimi, richiesti.

Una posizione netta insomma, stavolta anche abbastanza chiara. Spaventano i tempi tecnici apparentemente non rispettati, perchè è chiaro qui si parla di un parere personale. Un parere personale che nasce proprio dalla mancanza di dati e numeri certi.

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