Parla la diciottenne stuprata durante un festino organizzato da Alberto Genovese: “chiedo solo un pò più di umanità”.
C’è una Milano bene fatta di imprenditori arricchiti o nati ricchi che per noia e per vizio si drogano e talvolta violentano ragazze anche appena maggiorenni. Una Milano che non guarda in faccia a nessuno nel nome della cocaina e del sesso. E’ la Milano di Alberto Genovese e molti altri come lui, una Milano da fermare.
La domenica televisiva all’insegna del caso Genovese, l’imprenditore arrestato il 7 novembre scorso con la pesantissima accusa di violenza sessuale ai danni di una ragazza appena diciottenne. Lui continua a difendersi dando la colpa alla droga se davvero ha stuprato una ragazza. Lui non è certo di averlo fatto o fa finta di non esserlo, ma la ragazza vittima della sua follia se la ricorda bene quella tragica sera.
A Live non è la D’Urso, la testimonianza audio della ragazza: sta male, è seguita da uno psichiatra, ma oltre al trauma dello stupro, oggi deve far fronte anche alla malvagità della gente. “La cosa che mi fa più male in questi giorni – ha detto – è sentire i commenti di queste persone che cercano di darmi una colpa o di giustificare quello che mi è stato fatto. Quello che ho vissuto io, quelle ore di paura non si possono neanche immaginare. Ho avuto paura di morire,ho rischiato di morire”.
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La diciottenne stuprata da Genovese porta con se una cicatrice difficile da rimarginare, complice anche l’opinione pubblica. “Ho avuto paura di morire, ho rischiato di morire – ha detto in un audio che la d’Urso ha fatto ascoltare in diretta domenica 22 novembre. “Non ho mai percepito queste feste in Terrazza sentimento come pericolose in nessun modo, non ho mai percepito questo ambiente come viscido. Andavo lì per divertirmi e mi sono ritrovata a vivere un inferno”.
Sulle sue attuali condizioni di salute confessa che: “Al momento sono in cura con degli psicologi, psichiatri, ho comunque un po’ di persone al mio fianco che mi stanno aiutando. Ci tengo a ribadire che sono debole, fragile e tutto questo odio gratuito nei miei confronti mi fa stare male”. La ragazza infine rivolge un appello: “In questo momento chiederei un po’ di umanità a tutti”.
La discussione sull ‘Orco genovese e i suoi festini droga e sesso, si sposta poi in serata a Non è l’Arena e Massimo Giletti sfoga tutta la sua rabbia: ospiti un amico di Alberto Genovese e l’avvocato della diciottenne violentata. “Non ci credo”. Non mi va di far passare per educanda chi educanda non era – dice Giletti -. Una persona che stup***a in maniera selvaggia una ragazza non credo che lo abbia fatto per la prima volta. E quando sento che si difende dicendo ‘eh vabbé avevo preso la droga e quindi non capivo…’. Beh, beh”. Silenzio in studio.
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