La prostituta 45ennne era stata trovata senza vita nel suo appartamento lo scorso 28 aprile. Grazie all’autopsia eseguita in ritardo per via del covid è stato possibile appurare le cause del decesso
Quello che sembrava un suicidio alla fine si è rivelato in un barbaro omicidio. Stefania Dusi 45 anni è venuta a mancare lo scorso 28 aprile. Il corpo senza vita è stato ritrovato nel suo appartamento a Milano da un amico, che preoccupato per le mancate risposte al cellulare ha pensato bene di precipitarsi da lei.
Al suo arrivo però l’agghiacciante scoperta. Visto che sul corpo non c’erano segni di violenza si è pensato ad un mix di farmaci deleterio. La donna li utilizzava di frequente visto che era soggetta a degli improvvisi attacchi depressivi.
Successivamente i sospetti si erano concentrati sull’amico che l’aveva ritrovata. Solo dopo un’accurata indagine e l’autopsia (che ha rilevato dei danni provocati da soffocamento) svolta in ritardo per via dell’emergenza covid è stato possibile ricostruire la verità sull’accaduto.
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Prostituta uccisa durante il lockdown, la dinamica del tragico delitto
Gli agenti della squadra mobile hanno scoperto che a strangolare Stefania è stato un egiziano di 25 anni irregolare. Quel giorno aveva contattato la vittima per avere un rapporto sessuale.
Qualcosa però deve essere andato storto. Probabile che ci sia stato un’incongruenza per quanto riguarda il pagamento della prestazione. Dà lì il litigio e il successivo strozzamento senza lasciare tracce tangibili sul corpo e poi la fuga.
Nonostante i tempi lunghi però sembra che la verità sia veramente venuta a galla. In generale però i maltrattamenti ai danni delle meretrici sono decisamente troppi e dai connotati spaventosi. Dopo il periodo di quarantena forzata c’è stato un boom delle richieste, il che ha fatto aumentare anche gli episodi di violenza.
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