Doveva uscire in libreria ma gli avvenimenti inaspettati hanno consigliato al ministro Speranza di aspettare tempi migliori.
Doveva uscire in libreria, edito da Feltrinelli, e per una giusta causa: i suoi proventi erano destinati alla rete dell’Ircss, l’Istituto superiore di ricerca. Ma poi il mistero: tutto bloccato, il libro non è uscito anche se già stampato e presente nei magazzini dei rivenditori. Forse è stato il titolo a suggerire prudenza: Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute. Perché tanto ottimismo senza avere la certezza di avere sconfitto davvero il coronavirus, era fuori luogo. Era estate: poi la seconda terribile ondata.
All’ultimo secondo l’arrivo sugli scaffali è stato congelato e rinviato a data da destinarsi. Lo ha deciso Speranza, di comune accordo con l’editore. La mancata distribuzione ha sollevato inevitabilmente polemiche e illazioni, per lo più ironiche. Lo staff del ministro ha cercato di aggiustare il tiro: “Il libro è stato pensato per aprire un dibattito sul futuro del servizio sanitario nazionale. E i suoi proventi sono destinati alla rete dell’Ircss, l’Istituto superiore di ricerca. Sarà pubblicato quando il ministro avrà il tempo da dedicare alla sua presentazione. Oggi ogni energia è impegnata nella gestione dell’emergenza”, ha charito il suo portavoce, Nicola De Duce.
Il titolo non era un buon augurio, questo è certo. Cantare vittoria in piena sconfitta avrebbe fatto piombare il ministro Speranza nelle polemiche più accese. Era stato scritto in estate, quando il virus sembrava ormai annientato o almeno sotto controllo. Leggerlo adesso sembrerebbe una presa in giro.
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Secondo il quotidiano Libero, il “libro sparito” del ministro Roberto Speranza va letto una pagina del giorno. Perché “è il racconto un po’ avventato – più per colpa di Conte che del responsabile del dicastero della salute – di una gestione della lotta al coronavirus affidata molto all’improvvisazione”.
Scrive Speranza qualche mese fa: “L’Italia, il “paese disarmato” ha piegato la curva del contagio con le sue scelte coraggiose”. Non sembrerebbe, ma tant’è.
Altri meriti Speranza se li prende nel suo libro per “il lavoro della struttura commissariale” di Domenico Arcuri, quella che ha fatto i bandi per le terapie intensive ad ottobre anziché a maggio, e palude al “serio gioco di squadra di tutto il governo”.
“Il paese ha sostanzialmente raddoppiato in pochi mesi il numero di terapie intensive che aveva realizzato nei lunghi anni della sua storia”. Ma oggi 17 Regioni su 21 in Italia, stanno esaurendoli, i posti in terapia intensiva. “Siamo in grado di tenere meglio sotto controllo l’andamento dei contagi”: quindi perché le zone colorate e i lockdown? Sì, meglio rinviare l’uscita del libro, ministro.
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