Covid, la battaglia di Giovanni: 200 giorni in ospedale e una gamba amputata

La storia del signor Giovanni ha dell’incredibile. Il Covid lo ha colpito in una delle sue forme virulenti cambiandogli radicalmente la vita. Ora sta bene, ma porta addosso i segni della dura battaglia 

Covid
Fonte Facebook – Fanpage.it

Il covid-19 ha cambiato le nostre vite, questo è un dato ormai inconfutabile. Tra chi lo ha vissuto in prima persona o tramite i racconti di parenti ed amici sono tante le storie belle e soprattutto brutte che questo maledetto virus ci ha lasciato in eredità.

Quella di Giovanni però per quanto abbia dei risvolti tristi, è la testimonianza più pura della gioia di vivere e della voglia di non arrendersi mai. Nemmeno adesso, che l’avversario sulla carta sembrava imbattibile.

A 61 anni dopo aver finalmente maturato la pensione, Giovanni Martinelli della provincia di Brescia, ha dovuto fare i conti con il coronavirus. Tutto è cominciato lo scorso marzo, quando ha iniziato a palesare tutti i sintomi più comuni della malattia.

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Covid, il messaggio di Giovanni ai negazionisti: “Abbiate rispetto per chi ha sofferto e chi ancora soffre”

Dopo vari tentativi di soccorso andati a vuoto, finalmente è stato portato in ospedale dove è iniziato il suo calvario di 202 giorni caratterizzato da terapia intensiva e da diverse complicazioni.

Per effetto della polmonite da covid era subentrata una trombosi all’altezza del ginocchio destro, motivo per cui i medici hanno dovuto procedere con l’amputazione della gamba. Una scoperta scioccante per Giovanni che ha scoperto tutto ciò solo al suo risveglio. A questo però vanno aggiunto un quarto di polmone mancante e una drastica perdita di peso (circa 20 kg). 

Adesso finalmente è tornato a casa. Naturalmente non potrà mai dimenticare ciò che ha passato e proprio per questo ha voluto lanciare un messaggio nei confronti degli scettici e dei negazionisti: “Porterò per sempre i segni del covid. Finalmente sono uscito dall’ospedale, ma mi ritrovo disabile. Ora come non mai bisogna avere rispetto per le persone che hanno sofferto e che ancora soffrono a causa di questa pandemia”.

Un parere che va ascoltato visto che nessuno più di lui può testimoniare fino a che punto può arrivare il coronavirus.

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