Sposa bambina di 8 anni non regge alla prima notte: muore per lesioni interne

Torna prepotentemente alla ribalta lo scempio delle spose bambine: vendute per pochi soldi ad anziani o addirittura parenti.

Non se ne parla mai abbastanza, ed è giusto continuare a farlo affinché chi di dovere possa intervenire e stoppare per sempre questo scempio vergognoso. Non sarà facile perché il fenomeno sembra addirittura allargarsi a macchia d’olio: Cina, India, Yemen, Vietnam, il sud est asiatico in generale ma anche in Pakistan e persino in Africa. Questione di cultura più che di religione.

Bambine dagli 8 ai 13 anni costrette a sposare uomini molto più grandi di loro, spesso anziani di 70 anni. Nel mondo sono ancora almeno 12 milioni le ragazzine e le bambine date in spose in età infantile. In alcuni Paesi dell’Arabia, le bambine sono promesse in spose addirittura alla nascita.

Per sensibilizzare il mondo intero a questo fenomeno, l’Unicef ha indetto la giornata mondiale per le ragazze e le bambine vittime di questa piaga.

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Sposa bambina di 8 anni non supera la prima notte di nozze: troppo piccola per certe lesioni

In Yemen, dicevamo, la pratica delle spose bambine è ancora purtroppo molto diffusa, soprattutto nelle aree tribali e tra le famiglie più povere e ignoranti. La piccola R. è stata costretta a sposare un uomo di 50 anni e con lui, come da squallida tradizione, ha dovuto comunque – nonostante la giovanissima età – trascorrere la prima notte di nozze accanto allo spregevole marito.

L’uomo non ha avuto nessuna pietà della piccola R. e la bambina è morta per le gravi lesioni interne riportate. Era stata venduta per pochi soldi dal patrigno ad un cinquantenne yemenita come lei. Era stata costretta a sposarsi, la sua volontà contava meno di zero: a comandare sono i padri padroni, le donne non possono dissentire, nemmeno le madri.

In Yemen i matrimoni con le spose bambine sono tuttora permessi. A denunciare la vergogna sono stati gli attivisti che hanno denunciato il decesso della piccola, dopo atroci sofferenze. E’ successo ad Hardh, al confine con l’Arabia Saudita.

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