Scontro tra istituzioni in merito alla riduzione dei fattori da considerare per determinare la situazione di rischio.
Ancora scontro tra Governo e regioni circa l’applicazione dei criteri che di fatto determinano lo spostamento di un determinato territorio in definite zone di criticità. Il programma dell’esecutivo, prevede infatti la presa in considerazione di numerosi elementi, al fine di avere un quadro critico eventuale abbastanza definito. A questo punto poi la definizione dell’area di rischio nella quale si preferisce far entrare la regione in questione. Programma che ad oggi, non sta più bene alle stesse regioni, che chiedono uno stravolgimento.
Il processo di snellimento della procedura richiesto dalle regioni, porterebbe, secondo le loro posizioni una maggiore affidabilità della scelte espresse in merito alla collocazione delle singole regioni in determinate aree. Scendere da 21 a 5 fattori di scelta riguardanti il posizionamento eventuale. Collocazione che ha più volte causato critiche, aspri confronti e incomprensioni. Situazioni che oggi, si vogliono assolutamente evitare, al fine di arrivare ad una maggiore collaborazione e confronto costruttivo tra istituzioni.
LEGGI ANCHE >>> Coronavirus, Conte: Oggi decidiamo sulle regioni, aspettiamo i dati
Coronavirus, Governo-regioni: tra istinti autonomisti e richieste di interventi dell’esecutivo
Al momento la situazione tra istituzioni locali e Governo nazionale resta abbastanza contraddittoria, quello che succede da qualche giorno nel nostro paese ne è la chiara testimonianza, con regioni che in alcuni casi chiedono autonomia ed in altri invece preferiscono sia proprio l’esecutivo nazionale a decidere per loro, una posizione a metà rispetto a determinate priorità e preferenze d’azione ancora chiaramente da definire.
Il caso Abruzzo vede ad esempio una regione auto posizionarsi in lockdown, ovviamente dietro conferma del Governo, diverso invece in Puglia, dove l’amministrazione regionale, chiede che sia proprio Roma a decidere del proprio destino, niente di più contraddittorio, nell’insieme, insomma.
LEGGI ANCHE >>> Coronavirus, le tre regioni che provano ad evitare il lockdown