Andrea Crisanti torna a parlare dell’attuale situazione che riguarda il nostro paese a ridosso delle festività natalizie.
Natale si, Natale no, ormai nella mente degli italiani il ritornello continuo sembra essere proprio questo, a dispetto di quanto si possa immaginare, non sono pochi quelli preoccupati esclusivamente di non poter trascorrere le festività natalizie cosi come ogni anno a questa parte. Cene, cenoni, incontro con famiglia e amici, giochi, passeggiate e notti fuori per salutare il Natale e magari anche il nuovo anno nel rispetto della propria tradizione.
Ma Andrea Crisanti, docente di microbiologia all’università di Padova, non è dello stesso avviso, e anzi rilancia, cosi come aveva anticipato nelle scorse settimane, l’idea, secondo la quale pensare al Natale oggi è pura follia. Si potrebbe invece, secondo Crisanti, utilizzare le ferie solitamente disponibili dai più per le festività per serrare le fila, per effettuare screening, per portarsi insomma avanti con il lavoro di gestione dell’epidemia in corso.
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Coronavirus, Crisanti ancora duro: “Stiamo andando verso la situazione di Marzo”
Crisanti invita ad un ragionamento molto semplice, che nelle sue intenzioni deve far capire quanto oggi si sia vicini alla situazione di marzo. Nel corso della prima ondata, ci sono voluti di fatto tre mesi circa di lockdown totale, con tutto davvero chiuso, per arrivare alla stagione estiva e quindi concedersi più libertà. Ora viviamo lockdown di fatto incompleti da circa due settimane, l’inverno è ancora lungo e pensiamo di poterci permettere il Natale?
Il ragionamento di certo non fa una piega. Se si accostano le due situazioni è chiaro che con i dovuti accorgimenti si immagina una situazione purtroppo molto simile. Con modalità di intervento però molto meno ferree in questo caso. Crisanti parla anche di terza ondata, come rischio concreto se dovesse esserci un rilassamento più o meno totale nl corso delle festività natalizie.
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