Alberto Zangrillo torna a parlare di coronavirus e dell’epidemia che ha colpito negli ultimi mesi il nostro paese.
Alberto Zangrillo, primario di terapia intensiva all’Ospedale San Raffaele di Milano, torna a parlare della delicata situazione che negli ultimi mesi ha messo sotto scacco il nostro paese. Torna a parlare dei modalità di intervento, di modalità di contenimento e di come, di fatto dovrebbe essere gestita oggi l’emergenza, lontano dai pareri ufficiali e dalle principali correnti di pensiero nazionali ed internazionali che siamo soliti leggere.
La base principale del suo pensiero si basa sul concetto che il virus va si tenuto d’occhio, va seguito nella sua dinamicità e nell’eventuale mutazione, ma è anche vero che questo non vuol dire generare panico. Spesso i media, rendono il problema un vero e proprio incubo, quando invece andrebbero raccontare per quelle che sono determinare dinamiche che nelle ultime settimane secondo Zangrillo hanno riguardato numerose città italiane.
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Quello che non va giù a Zangrillo, cosi come più volte espresso, è il clima che ultimamente si è costruito intorno all’emergenza. La guerra, lo stato di guerra, la battaglia, termini spesso utilizzati secondo Zangrillo dai media, che non fanno altro che spaventare la popolazione ed indurla ad atteggiamenti esasperati che portano poi al soffocamento dei pronto soccorso e delle strutture ospedaliere, perchè al minimo sintomo tutti si riversano in ospedale.
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