I familiari di Daniele De Santis temono che i troppi test in carcere all’assasino alla fine convincano dell’infermità mentale.
I legali della famiglia De Santis, chiedono che vengano gestiti in maniera diversa i test psicodiagnostici ai quali è sottoposto Antonio De Marco, assassino del giovane Daniele De Santis e della sua ragazza Eleonora. Secondo i legati della famiglia de giovane, la modalità con la quale i suddetti test sono somministrati, potrebbe compromettere l’esito della perizia psichiatrica al quale si sottoporrà l’assassino, tra l’altro pienamente consapevole per sua stessa ammissione del delitto commesso.
La preoccupazione è forte, una perizia psichiatrica in favore dell’assassino comporterebbe una riduzione della pena e di fatto la non applicazione della giusta punizione per lo studente di scienze infermieristiche, che non sopportava la felicità e la serenità della coppia, e che quindi ha preferito ammazzare entrambi, in segno di vendetta, perchè la sua di condizione invece, prevedeva solitudine e rifiuti continui da parte delle donne.
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Assassino di Lecce, la famiglia della vittima: “In grado di intender e di volere”
L’infermità mentale sarebbe l’ennesima sconfitta per la famiglia del povero ragazzo ucciso, perchè ai più risulta evidente quanto il De Marco fosse capace di intendere e di volere, al punto da segnare su dei foglietti i vari passi dell’assassinio. Un piano ben studiato nei minimi dettagli, pianificato e portato a termine. Di certo, quanto successo non può essere opera di un completo squilibrato, c’era, purtroppo, della ragione in tutto quello che è successo.
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