Torino, ha il Covid: “vada a casa e prenda paracetamolo” E muore, a 46 anni

Aveva dolori in tutto il corpo ma non tosse nè febbre: gli hanno dato paracetemolo ma il giorno dopo è peggiorato e non ce l’ha fatta.

Che gli ospedali italiani siano al collasso per colpa del Covid e che siano pieni di disservizi è risaputo, specie a Torino dove nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato di pazienti positivi costretti per terra o di barelle spostate dentro le chiese perché i reparti sono pieni. Ma mandare a casa un potenziale malato di coronavirus, solo perché al posto di avere febbre e tosse, ha dolori ai muscoli e alle ossa, è davvero troppo e qualcuno dovrà risponderne.

Non si può morire così a 46 anni, non si può morire così a nessuna età. Per colpa della malasanità. Secondo l’ospedale “non era possibile prevedere che sarebbe peggiorato così rapidamente”. Eppure è peggiorato fino a morire, come se ci volesse una palla di vetro per prevedere che un malato di Covid, già sofferente di altre patologie, possa all’improvviso stare peggio di quanto si prevedesse.

Il 46enne soffriva già di una patologia che attacca i muscoli: ma è stato ucciso dal Covid  in meno di 72 ore dall’inizio dei sintomi. Ora un’inchiesta della procura deve accertare se poteva essere salvato. L’ospedale Mauriziano di Torino, dovrà spiegare perché, nonostante il paziente avesse riferito della sua positività e della sua patologia, non l’abbia ricoverato e non si siano accorti che il virus lo stava distruggendo.

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Torino, ha il Covid, l’ospedale: “vada a casa e prenda paracetamolo, contatti il suo medico”

L’ospedale Mauriziano ha rimandato a casa l’uomo, suggerendogli di prendere Tachipirina e di contattare il medico di base. Il giorno dopo l’uomo è tornato in ospedale in ambulanza e la sua famiglia non l’ha più rivisto vivo: è morto poche ore dopo il ricovero in terapia intensiva.

La direzione del nosocomio torinese ha già ricostruito tutti i passaggi: “Non era possibile prevedere un peggioramento così rapido” spiega la direttrice sanitaria Carmen Azzolina. “In questo momento i parenti, sconvolti per la loro grave perdita, preferiscono mantenere il riserbo e attendere che le indagini facciano il loro corso” è la replica dell’avvocato Stefano Fernando Mimmo che ha presentato per loro l’esposto in procura.

“Polimialgia in Covid” è la diagnosi con cui l’uomo esce dall’ospedale alle 19 di venerdì per tornare a casa. Gli vengono prescritti antipiretici e antinfiammatori per iniziare a contrastare il virus. Il giorno dopo però, la situazione degenera. Di mattina sta male ma  l’ambulanza non l’avrebbe caricato perché paziente Covid. Ancora qualche ora di attesa, poi, nel pomeriggio l’uomo torna al Mauriziano.

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