L’ufficialità del risultato non c’è ancora, ma lo sfidante democratico pare proiettato verso la Casa Bianca, cresce l’attesa.
Il vincitore non c’è ancora, ma nel paese sale la tensione. Non c’è ancora un nuovo presidente, o la conferma del vecchio, ma nel paese si alza il clima di odio ed aggressione che di fatto ha caratterizzato questa campagna elettorale. Lo sfidante politico avvertito come nemico, come qualcosa di diverso da noi, qualcosa da combattere, non più un avversario da battere secondo i principi democratici e costituzionali del voto, ma da sconfiggere da annientare.
Inutile sottolineare quanto abbia contribuito l’attuale presidente Donald Trump a costruirlo questo clima, che l’abbia fatto inconsapevolmente o nel pieno rispetto di un disegno premeditato fa poca importanza, quello che conta è che oggi gli Stati Uniti, di questo passo arriveranno presto ad un fatale punto di non ritorno.
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Presidenziali Usa, Biden verso la vittoria ma Trump parla di brogli e fa la voce grossa
Biden si avvicina sempre di più alla vittoria finale, ormai da tre giorni quasi, lo scrutinio dei voti va avanti senza sosta, subendo stop e rallentamenti. Gli stop, dettati dalle richieste continue dell’attuale amministrazione, con chiaro fine intimidatorio. Il sospetto parla di voti scippati ai repubblicani, autoproclamatisi vincitori già qualche ora dopo al fine delle consultazioni. Una mossa probabilmente, a questo, punto azzardata.
Il clima è teso, l’attesa logora e Trump continua a parlare a suon di minacce. Rigorosamente social, finora, ricevendo tra l’altro critiche da ogni parte del mondo per le modalità e la violenza delle sue prese di posizioni. Biden attende, Trump anticipa eventuali scossoni alzando la tensione nel paese. Speriamo finisca presto.
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