Il ministro Lamorgese, insieme al suo omologo francese, ha lanciato l’idea di una task force di aerei e navi a controllare le partenze dei barconi.
Certo, tardiva, ma potrebbe essere una buona idea quella che di comune accordo con il suo omologo francese, ha lanciato la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese: mandare aerei e navi a controllare che dalle coste africane non partano barconi pieni di migranti e fermarli prima che entrino in acque internazionali. Sembra facile, ma non è proprio così, perché c’è da sentire cosa ne pensano i capi di Stato delle aree più a rischio partenze, prima fra tutte la Tunisia.
Oggi l’urgenza di bloccare i flussi è diventata un’emergenza da non sottovalutare alla luce degli ultimi atti terroristici compiuti da cittadini africani sbarcati in Europa- l’autore della strage di Nizza era arrivato a Lampedusa. Insieme al collega francese Gerald Darmanin, oggi in visita al Viminale, la ministra dell’Interno chiede il coinvolgimento dell’Europa nel piano operativo che il governo italiano proporrà a quello di Tunisi per interrompere i viaggi di barconi e barchini verso l’Italia.
“E’ un piano che dovrebbe prevedere una collaborazione stretta con le autorità tunisine – spiega Lamorgese – dovrebbe essere previsto il posizionamento di assetti navali o aerei che possano avvertire le autorità tunisine di eventuali partenze da quei territori in modo che possano intervenire in autonomia nelle loro acque territoriali. E’ un alert che noi daremo alle autorità tunisine per rendere piu’ agevole il rintraccio delle imbarcazioni che partono”.
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Nel ringraziare il governo italiano per la collaborazione data alle indagini sull’attentato di Nizza, il ministro francese Darmanin ha sollecitato un ripensamento delle frontiere europee e una riforma di Schengen oltre a una sorta di Europ act. Intervenendo subito dopo alla presentazione del calendario 2021 della Polizia di Stato, Luciana Lamorgese ha poi annunciato l’imminente nomina di un vicecapo della polizia donna. “Ormai il vetro di cristallo si è infranto. Oggi tutte le posizioni apicali possono essere ricoperte dalle donne perche’ quello che vale per noi non e’ il genere ma la qualita’ delle persone e le percentuali di presenza di donne dovranno essere sempre piu’ alte”.
Secondo i dati del ministero dell’Interno, dal primo gennaio di quest’anno a oggi, il numero di migranti sbarcati sulle coste italiane ammonta a 29.952 persone, il triplo di quanto si registrava nel 2019 nello stesso periodo (9.944 persone). La maggior parte dei migranti giunti in Italia nel 2020, ha dichiarato di essere di nazionalità tunisina (12.113 persone).
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