Bollettino coronavirus 6 novembre: tanti morti e la Lombardia sta per esplodere

Gli effetti del nuovo dpcm si fanno subito sentire sulla situazione generale della regione più colpita d’Italia.

Terapia intensiva
Terapia intensiva (Facebook)

Il nuovo dpcm non cessa di creare dissidi ed anche disordini. Dal giorno della sua approvazione, seguita dalla conferenza stampa usuale del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Molti sono stati i dubbi e le incertezze dei rappresentanti istituzionali locali e dei cittadini. Il criterio di suddivisione attraverso il quale il paese è stato sottoposto tenendo presente numeri e dati dell’emergenza è stato di per se poco compreso.

Gli sforzi del Governo, di provare a spiegare quali siano state le dinamiche messe in atto pr arrivare a quel tipo di suddivisione, di fatto, legata al grado di emergenza, sono stati in parte apprezzati ed in parte non ancora del tutto. Se Lombardia e Sicilia su tutte avevano contestato il proprio declassamento in zona rispettivamente rossa ed arancione, oggi il solo governatore lombardo si dice consapevole della situazione ed accetta la misura, anche se avrebbe preferito che venissero presi in considerazione anche i nuovi dati del contagio.

Coronavirus bollettino del 6 novembre: tutti i dati dei contagi

I nuovi positivi registrati nelle ultime 24 ore sono 37.809 con 234.245 tamponi (ieri erano stati 34.505 con 219.884 tamponi). 446 i morti (ieri erano stati 445). Gli attualmente positivi salgono a quota 499.118 (26.770 in più rispetto a ieri, quando l’aumento era stato di 29.113 unità).

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Bollettino coronavirus 6 novembre: cosa succederà in Lombardia?

Lo stesso governatore Fontana, ha poi ammesso di essere molto preoccupato per le sorti di Milano, che potrebbe diventare il nuovo scenario tragico italiano, come lo fu Bergamo a marzo. Proprio a Bergamo inoltre, è iniziata la protesta di lavoratori e cittadini, contrari alla chiusura e desiderosi di lavorare e di tornare quanto prima alla totale normalità. La regione insomma, vive una certa, giustificata, sofferenza.

Nel frattempo i numeri non sorridono, ed è ancora più opportuno, oggi rispettare determinate restrizioni, specialmente in quelli che sono i territori più colpiti del paese. L’emergenza può ancora essere gestita. Occorre però che tutti insieme si faccia  un grande sforzo, come spesso si dice tra le istituzioni. Forse, cosi se ne uscirà nel medio termine, si spera.

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