Il lavoro in Italia sta prendendo una piega sempre più imbarazzante. La Cigl ha fatto un punto della situazione costatando che molti paesi europei sono avanti anni luce
La situazione dei lavoratori italiani è già in una fase critica da diverso tempo. Una piaga che ha radici profonde e che a prescindere dalla mazzata finale arrivata con il covid, era difficile da estirpare.
Dunque il malcontento del popolo del Bel Paese è più che lecito e ad avvalorarlo ci ha pensato una raffronto effettuato da uno dei sindacati più longevi del paese, la Cigl. Stando alla “fotografia” del momento attuale, i salari dei nostri lavoratori negli ultimi 20 anni hanno avuto una crescita (se così la si vuole definire) decisamente irrisoria.
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Italia il raffronto impietoso con il resto dei paesi dell’Unione Europea
Un lavoratore italiano nel 2000 aveva un salario lordo annuale di 29mila euro, che oggi è aumentato appena del 3%. Un dato imbarazzante se si pensa che le ore di lavoro di fatto sono aumentate. Quindi, senza mezzi termini, si lavora di più e si guadagna meno.
In Europa l’unico paese messo peggio (solo in termini di salari, non di ore lavorative) è la Spagna. Con gli altri stati facenti parte dell’Unione Europea il divario è netto e lo si evince anche dalla ricchezza che questi possono vantare rispetto allo “stivale”.
Due grandi potenze come Germania e Francia hanno visto i loro salari lordi aumentare rispettivamente del 18% e del 21% e già nel 2000 erano leggermente più alti di quelli italiani (35mila per i tedeschi, 32mila per i francesi).
Si potrebbe andare oltre e citare anche altri casi, come ad esempio quelli di Belgio e Olanda. Forse però è meglio evitare. Il rammarico è già alle stelle.
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