E’ precipitata da un cavalcavia dell’autostrada A14 e per la Procura si è gettata da sola, si è suicidata, non se ne deve più parlare.
Il cavalcavia dell’autostrada A14: è notte, un’ombra cade di sotto, le auto non la vedono e la calpestono una dietro l’altra. E’ il corpo di Giulia Di Sabatino, è il giorno del suo diciannovesimo compleanno, 1 settembre 2015. Giulia era felice, stava organizzando un viaggio a Londra, sarebbe andata da sua sorella, aveva fatto una lampada apposta per essere più bella. Ma qualcuno ha rovinato tutti i suoi sogni. La Procura di Teramo dice che Giulia si è tolta la vita per la vergogna, i suoi genitori non ci stanno e sono convinti che sia stata uccisa.
La Di Sabatino era entrata suo malgrado a far parte di una rete di pedofili e pervertiti online. Il suo presunto fidanzato, le chiedeva foto hot e filmati in cui facevano l’amore, ma non per lui, per quelli come lui che li compravano in rete. Giulia non può essersi uccisa.
“Come si fa a pensare che volesse suicidarsi quando solo tre giorni prima era andata a farsi la lampada perché voleva arrivare da sua sorella a Londra, abbronzatissima e bella?” si domandava una sorella della vittima. Giulia aveva già acquistato il biglietto e aveva la valigia pronta per la partenza. Avrebbe dovuto raggiungere sua sorella Vanessa che già viveva e lavorava nella capitale britannica.
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Giochi erotici e filmini, Giulia Di Sabatino vittima dei pedofili: il capo era il suo fidanzato
Giulia prima di morire ritirò il suo ultimo stipendio da cameriera, tornò a casa, si cambiò d’abito velocemente e uscì per festeggiare il suo compleanno insieme agli amici. Lasciò il cellulare a casa, come era solita fare. Possibile che ritiri il suo stipendio per andare a uccidersi buttandosi da un cavalcavia? Non ci crede nessuno, solo la Procura di Teramo che non ha ritenuto vi fossero prove talmente importanti da fare riaprire un caso che si era chiuso senza colpevoli, se non di pedopornografia.
I difensori di Giulia volevano in ogni modo riaprire le indagini. “I nostri consulenti non si sono fermati in questi mesi, anche dopo aver presentato la richiesta di riapertura e quindi siamo in possesso di altro materiale che sarà oggetto della prossima istanza“.
Ora l’attenzione si concentra sul prossimo processo per prostituzione minorile e pornografia minorile in cui è imputato un 30enne di Giulianova Francesco Totaro. Nel suo cellulare sono state trovate foto osé di Giulia Di Sabatino e di altre due ragazze, tutte all’epoca minorenni. Secondo l’ipotesi di reato formulata dall’accusa, il 30enne avrebbe indotto Giulia a produrre e inviare materiali a luci rosse quando era ancora minorenne.
“Speriamo possano emergere elementi utili a far riaprire le indagini per la morte di Giulia”. Se lo augura Antonio Di Gaspare, avvocato di Luciano di Sabatino e Meri Koci, genitori di Giulia.
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