Il professore di microbiologia ha parlato nel corso di una udienza in Senato di possibili scenari futuri da evitare.
Andrea Crisanti, professore di microbiologia all’Università di Padova, ha parlato nel corso di una udienza in Senato di cosa potrebbe attendere il nostro paese nei prossimi mesi. Secondo Crisanti, una volta che il lockdown avrà risollevato l’Italia dalla seconda ondata, sperando si sia ancora in tempo, ce ne sarà di sicuro una terza se l’azione di prevenzione, screening e studio dei numeri non subirà una sorta di ristrutturazione.
Ristrutturazione perchè è proprio dalle fondamenta che bisognerà ripartire. Bisognerà verificare i positivi attraverso l’azione dei tamponi, da qui in caso di positività risalire ai precedenti incontri della persona e quindi anche li fare opera di screening. Successivamente tutti i dati raccolti dovranno essere processati ed utilizzati per stime e proiezioni che potranno su scala regionale e nazionale essere d’aiuto per leggere le varie dinamiche di contagio.
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Coronavirus, il piano di Crisanti: “Dobbiamo essere pronti”
Andrea Crisanti è certo che ciò che finora è stato fatto nella gestione dell’emergenza è davvero poco, e comunque lo si è fatto nel modo sbagliato. Nel corso delle ultime settimane ha sempre manifestato il suo parere contrario rispetto ai vari provvedimenti adottati dal Governo, raramente invece si è trovato d’accordo con qualche rappresentante istituzionale, si ricorda il caso in cui condivise le posizioni del governatore campano, Vincenzo De Luca.
Al momento, con l’imminente ufficializzazione del lockdown versione light scelto dal Governo guidato d Giuseppe Conte, Crisanti semba aver trovato la giusta sintonia con le istituzioni che però devono essere pronte a definire nuovi criteri di screening e verifica, per non rischiare realmente una terza devastante ondata.
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