In Cina la seconda ondata di covid-19 è assolutamente sotto controllo. Grazie ad alcuni importanti accorgimenti sono riusciti a venire a capo della situazione
Tutto è partito da lì, eppure oggi è uno dei paesi più sicuri sotto questo punto di vista. La Cina ha praticamente debellato il coronavirus e non sta vivendo la seconda ondata così come sta avvenendo in Europa e negli Stati Uniti.
I casi giornalieri si attestano su poche centinaia di persona, il che vista l’immensità della popolazione cinese è praticamente una sorta di contagio zero.
Naturalmente in molte parti del mondo non c’è fiducia sui dati comunicati da Pechino, vista la cattiva gestione della situazione nella fase embrionale quando fu tenuto il segreto per diverso tempo.
La conferma però arriva dall’OMS che ha appurato un netto miglioramento del quadro clinico. Ma a cosa è dovuto tutto ciò? Come hanno fatto i cinesi a sconfiggere il nemico?
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Cina-covid: i punti che hanno permesso al paese asiatico di arginare la pandemia
Uno dei punti di forza è stata sicuramente la traumatica esperienza già vissuta con la Sars nel 2002. Una memoria piuttosto recente che ha portato le persone ad usare immediatamente le precauzioni (su tutte le mascherine).
In generale il popolo cinese è da sempre molto attento a patologie di carattere respiratorio che non vengono mai prese alla leggera. Gli altri governi invece nonostante avessero avuto un po’ più di margine si sono fatti trovare impreparati non riuscendo ad arginare il patogeno sul nascere.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è la cura degli anziani. In Cina molti vivono da soli o con i propri figli. Appena il 3% viene relegato in case di cure e sappiamo bene come in Italia queste strutture siano state un boomerang in quanto a contagi.
L’esempio di Wuhan
Il fattore che più di tutti però ha fatto la differenza sono state le chiusure imposte dal Governo. A Wuhan, il principale epicentro della pandemia per 76 giorni sono state sospese tutte le attività e i collegamenti, così come nell’intera provincia di Hubei. Un solo membro della famiglia era autorizzato ad uscire ogni due giorni per le necessità essenziali.
In città sono poi stati aperti tre ospedali destinati all’isolamento dei sospetti positivi e delle persone con sintomi lievi in modo tale da diminuire l’intasamento degli ospedali convenzionali (dove venivano trasferiti solo i soggetti in gravi condizioni) e il contagio tra membri della stessa famiglia.
Il sistema di tracciamento del contagio è stata la ciliegina sulla torta. Grazie all’utilizzo di big data, telecamere nei luoghi pubblici e droni è stato possibile monitorare ogni genere di movimento delle persone. Una condizione ben accetta dalle persone che non la vedono come una privazione della libertà personale come probabilmente avverrebbe in paesi occidentali.
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