Una brutale aggressione, forse premeditata. A farne la spesa una coppia che ha subìto la violenza del branco: botte per lui, stupro per lei.
Ci deve essere molto di più di uno stupro dietro la feroce aggressione ad una coppia tra Novellara e Correggio, in provincia di Reggio Emilia. Sì, perché tutti i protagonisti della triste vicenda sono connazionali, marocchini, e le modalità di esecuzione fanno pensare più ad una violenta vendetta che non ad un classico episodio di stupro. Ci penseranno i carabinieri a sciogliere i dubbi, nel frattempo si registrano due feriti e cinque arresti: c’è anche una donna.
Gli aggressori hanno raggiunto la coppia che era in auto e l’ha bloccata con due scooter. Scesi dalle moto, si sono scagliati contro i fidanzati, 43enne lui, 37enne lei, entrambi di origini marocchine. Hanno iniziato a picchiare selvaggiamente lui con calci e bastonate ma anche lei ha preso qualche pugno. Poi, hanno lasciato l’uomo per terra in una pozza di sangue e si sono portati via la fidanzata.
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Reggio Emilia, terrore per una coppia: lui lasciato in una pozza di sangue, lei portata al casolare
Mentre il fidanzato ferito non riusciva più a muoversi dopo le botte ricevute, gli aggressori hanno portato via la donna, in una vigna, poi in un casolare dove a turno l’hanno violentata. I protagonisti del gesto brutale sono già stati presi e arrestati: si tratta un 29enne e un 24enne – entrambi irregolari domiciliati a Correggio – un 43enne domiciliato a Sant’Ilario d’Enza, sempre nel Reggiano, un 26enne residente a Noceto (Parma) e una ragazza di 25 anni residente a Montichiari, nel bresciano, ritenuta una complice.
Le accuse di cui devono rispondere sono sequestro di persona, violenza sessuale, violenza privata e lesioni personali aggravate. I carabinieri hanno poi perquisito il casolare dove la donna marocchina sarebbe stata violentata, trovando e sequestrando abiti sporchi di sangue oltre a coltelli e oggetti utilizzati per le torture. Le due vittime sono state prima portare all’ospedale di Guastalla e poi trasferite all’ospedale Maggiore di Parma dove si trovano tuttora ricoverate.
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