Era il capo di una banda che sfondava i muri con auto di grossa cilindrata e rubava i bancomat: preso per un errore fatale.
Preso perché poco propenso a cambiarsi i vestiti. Sembra uno scherzo ma il capo di una pericolosa banda specializzata nel furto di bancomat, è stato intercettato anche perché indossava sempre gli stessi indumenti. Si tratta di S.H. di etnia sinti, ha 33 anni ed è accusato anche di avere agevolato la fuga di due zingari dal carcere di Rebibbia il 16 giugno scorso: i due di etnia Rom sono stati presi il giorno dopo in Toscana, e l’auto usata per la fuga era stata procurata dal capobanda.
L’arrestato era il capo di una banda diventata il terrore dei bancomat e delle casse continue di Roma e provincia: li spaccavano con auto dalle targhe contraffatte o li facevano esplodere. Sceglievano sempre una macchina di grossa cilindrata dai vari concessionari di Roma, poi cambiavano targa utilizzando quelle che rubavano dalle auto parcheggiate. La banda era capace di colpire più volte anche nella stessa notte.
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Roma, preso il capo della ‘banda dei bancomat’: a tradirlo i vestiti
A tradire l’uomo sono stati i vestiti indossati che erano sempre gli stessi, i Carabinieri hanno così capito che dietro i numerosi furti avvenuti nei mesi a cavallo tra il lockdown e l’inizio dell’estate c’era sempre la stessa regia. Sette bancomat, un centro commerciale, quattro autovetture, uno scooter ed un carroattrezzi: il bottino della banda.
Gli stessi inquirenti hanno poi fatto un’altra scoperta: l’arrestato aveva agevolato la fuga dal carcere romano di Rebibbia di due Rom, vicini al sinti per legami di parentela. Pochi giorni dopo quella che all’inizio sembrava solo un’ipotesi, i Carabinieri si sono imbattuti nei due soggetti evasi: Davad Zukanovic e Lil Ahmetovic, trovati e ripresi poi nel Comune di Cascina (PI).
Il capobanda ha fornito ai due una delle auto rubate per commettere i furti ai bancomat per fuggire all’estero. Dopo l’arresto, una volta giunti in caserma, nel corso delle operazioni di foto-segnalamento, i Carabinieri hanno fatto un’ulteriore scoperta: sull’uomo pendeva un Mandato di Arresto Europeo emesso dalla Francia per reati che lo stesso ha commesso in passato in quello Stato.
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