Addio a Gigi Proietti, maestro della recitazione italiana si è spento nel giorno del suo ottantesimo compleanno, per ricordarlo alcune curiosità sui suoi ruoli iconici.
Si è spento nella notte Gigi Proietti, l’attore romano lascia un vuoto incolmabile nel mondo della recitazione italiana. Il mattattore se ne va nel giorno del suo ottantesimo compleanno a causa di un attacco cardiaco.
Grande interprete teatrale ha portato in scena più grandi, poliedrico artista si è distinto dal cinema alla fiction ma anche come conduttore e doppiatori. Un’artista a tutto tondo che con la sua generosità ha fatto scuola a generazioni di giovani attori e comici.
Per l’ultimo addio, ecco alcuni dei suoi ruoli più iconici e alcune curiosità sulla sua carriera: sapevate che Mandrake di Febbre da Cavallo non sarebbe dovuto essere lui?
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Il 2 novembre 2020 è morto nel giorno del suo ottantesimo compleanno Gigi Proietti, lascia la moglie e le amate figlie e una schiera di fan e ammiratori che non si rassegnano nel non sentire più la sua risata. Maestro della risata, Proietti aveva un repertorio di barzellette incredibile, al punto che nel 2004 con i fratelli Vanzina fece un fil, Le Barzellette. Tra le più iconiche, nel suo infinito repertorio ne ricordiamo due: La moglie sorda e L’Asino.
Già all’età di 14 anni, Gigi Proietti venne scritturato al cinema ma il suo vero debutto, avvenuto in contemporanea al cinema e al teatro, è nel 1966 che fa il suo vero debutto al cinema al teatro, dove si consacra come One man show. Nei successivi sei anni continua la sua carriera di attori ma è nel 1976 che si consacra al cinema con il ruolo dell’incallito scommettitore Mandrake nel film cult Febbre da cavallo.
Il ruolo, per le sue infallibili doti di trasformista, era stato pensato per Ugo Tognazzi dal produttore Roberto Infascelli, che prese poi in considerazione Vittorio Gassman, che rifiutò. Tuttavia, grazie al consiglio di Alberto Lattuada, il regista Steno decise di prendere l’allora semisconosciuto Luigi Proietti, come veniva accreditato.
Non solo, grazie a Vanzina (padre e figlio) si capì che il ruolo di Mandrake non aveva bisogno di una spalla, che avrebbe rischiato dii soccombere, per questo il ruolo di Pamata ebbe un ruolo maggiore. Per lui fu pensato prima Carlo Verdone, poi si scelse Enrico Montesano.
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